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Cronaca Campalto

Il giallo di Londra: "Seba aveva cambiato vita, non è un criminale"

Il fratello del 46enne ucciso in Inghilterra parla alla stampa inglese: "Persona speciale". Investigatori: "Criminalità organizzata? Non c'entra"

"Il suo passato in Italia non può che essere preso in considerazione, visto che siamo allo stadio iniziale delle indagini, ma allo stato attuale non riteniamo che il delitto possa essere riconducibile alla criminalità organizzata". A dichiararlo giovedì l'ispettore capo della polizia inglese Rebecca Reeves, titolare dell'inchiesta sulla morte di Sebastiano Magnanini, il 46enne di Cannaregio trovato morto giovedì scorso nel Regent's Canal di Londra, nel nord della capitale londinese. La vittima invece risiedeva più a sud, ma qualche volta, come sottolineato dalle stesse forze dell'ordine, faceva visita ai due genitori in pensione. Per questo motivo in pochi l'avevano visto a Venezia, dopo gli anni della giovinezza.

MAGNANINI NEL '94 RUBÒ UN TIEPOLO

Fatto sta che quella grossa macchia nel proprio passato, ossia il furto di un Tiepolo da una chiesa lagunare nel 1993 e il conseguente arresto nel 1994, c'è e per ora gli inquirenti naturalmente non possono escludere nulla dagli accertamenti che stanno conducendo. Chi invece è convinto che Sebastiano Magnanini avesse ormai cambiato vita è il fratello Matteo, anch'egli andato all'estero a lavorare. A Dubai: "La stampa lo sta dipingendo come un criminale esclusivamente basandosi sul suo passato - ha dichiarato all'Evening Standard - ma mio fratello era un romantico spirito libero che viveva la propria vita in modo pieno, inseguendo la pace e la felicità. Per coloro che lo conoscevano era una persona speciale, capace di tirare su il morale e rendere dei giorni normali memorabili. Dopo quell'episodio - continua - Sebastiano è stato una persona onesta. Un gran lavoratore mai coinvolto in reati o attività criminali".

IL CADAVERE RITROVATO IL 24 SETTEMBRE

Un ritratto ribadito da coloro che avevano incrociato il suo cammino durante il lungo peregrinare tra Cambogia, Thailandia, Olanda e Inghilterra. L'amico Tyron Rickson, per esempio, sempre sull'Evening Standard, ha spiegato che il 46enne lavorava per l'industria "creativa": faceva il falegname per la messa a punto di scenografie di teatri e di compagnie. "Sapeva lavorare in gruppo - ha dichiarato - era una grande persona, amichevole e alla mano. Non abbiamo idea di cosa sia successo. Amava il suo lavoro".

Cinque anni fa la decisione di seguire le orme degli hippie e di visitare il Sud Est Asiatico: lì faceva la guida turistica e insegnava l'inglese. In Cambogia e Thailandia. Paesi che gli erano rimasti nel cuore prima del suo ritorno a Londra l'anno scorso. "Non aveva mai detto di essere stato in prigione - ha dichiarato al quotidiano inglese un suo ex datore di lavoro - era un bravo ragazzo. Genuino. Di certo non un criminale".

Dunque cos'è successo la scorsa settimana? Sebastiano Magnanini è stato trovato cadavere giovedì 24 settembre, ma la sua identificazione è stata possibile solo alcuni giorni più tardi. Il suo corpo era in avanzato stato di decomposizione, e si sono rese necessarie le impronte digitali per capire di chi fosse il corpo. Nemmeno l'autopsia ha per ora stabilito le cause della morte del 46enne, trovato legato a un trolley per la spesa. Servirà aspettare per ottenere i risultati degli esami successivi all'esame autoptico. L'ultima volta che il veneziano è stato visto vivo era il 22 settembre scorso, mentre viaggiava in metropolitana verso la fermata di Euston sulle 16.50 del pomeriggio. In seguito è stato avvistato vicino a King's Cross, una delle stazioni principali della metropolitana londinese, e nella zona di Caledonian Road, a meno di un miglio dal Regent's Canal, dopo poi due giorni più tardi sarebbe stato ripescato morto.

La polizia continua a chiedere la collaborazione dei cittadini, in modo da trovare indizi utili che possano contribuire a far luce su ciò che è accaduto. "I suoi famigliari sono devastati per il ritratto che è stato fatto di lui - dichiara Luce MacKenzie al Guardian, un amico che ha conosciuto il 46enne in Cambogia - Invece non era una cattiva persona. Non avrebbe fatto del male nemmeno a una mosca. Aveva parlato con un paio di amici di ciò che era successo in passato, ma ora era un uomo nuovo. Ci mancherà molto". Uno degli ultimi a vederli in vita è stato un amico che ha parlato sempre al Guardian, preferendo rimanere anonimo: "L'ho visto due settimane prima della morte - ha dichiarato - Sembrava felice. Era sempre felice. Aveva sempre una buona parola per tutti".
 

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