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Cronaca Chioggia

Il vescovo di Chioggia sta con Birolo: "Il giudice così ha finito il lavoro del ladro"

Monsignor Tessarollo sul settimanale diocesano Nuova Scintilla: "Quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo, glielo ha dato il giudice, completando il furto alla famiglia"

"Carcere e grosso risarcimento ai familiari del ladro 'caduto' mentre era intento al suo lavoro notturno di 'scassare e rubare'". È ironico, il vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo, nel commentare la duplice condanna (due anni e otto mesi di reclusione per eccesso colposo di legittima difesa e 325mila euro di risarcimento alla famiglia della vittima) inferta in primo grado a Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola che, il 26 aprile del 2012, uccise con un colpo di pistola un ladro che si era introdotto nel suo negozio.

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"UN BEL VITALIZIO ALLA FAMIGLIA DEL LADRO". "Mi ha colpito la sanzione di 325mila euro - scrive il religioso - significano mille euro al mese per oltre 27 anni. Questa somma potrebbe essere in grado di mettere in ginocchio e destabilizzare la serenità della famiglia del derubato. Mi permetta un’ironia, signora giudice: quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo, glielo ha dato il giudice, completando il furto alla famiglia, un bel vitalizio ottenuto per i suoi familiari, con l’incidente accadutogli nel suo ‘lavoro di ladro’".

AL MAGISTRATO. Tessarollo si riferisce al magistrato Beatrice Bergamasco, ora sotto scorta a seguito delle minacce di morte ricevute proprio a seguito di quella contestata condanna. "Se la legge e chi la rappresenta hanno il compito di educare all’uso proporzionato della forza nella legittima difesa - conclude il prelato - non bisogna neanche correre il rischio di trasmettere un messaggio del genere: 'Violenti, scassinatori e ladri, continuate tranquillamente la vostra criminale attività, tanto qui siete tutelati per legge, perché nessuno deve farvi del male mentre siete nell’esercizio del vostro 'lavoro'".


LEGITTIMA DIFESA. L’intervento del prelato è apparso domenica sul settimanale diocesano Nuova Scintilla. Per monsignor Tessarollo, "se la legge e chi la rappresenta hanno il compito di educare all’uso proporzionato della forza nella legittima difesa, non bisogna neanche correre il rischio di trasmettere un messaggio del genere: violenti, scassinatori e ladri, continuate tranquillamente la vostra criminale attività, tanto qui siete tutelati per legge, perché nessuno deve farvi del male mentre siete nell’esercizio del vostro lavoro". Perché la vita delle persone non è solo vita fisica "ma un complesso di realtà come anche la casa, l’attività, la roba, la libertà, lo spazio vitale, il progetto di vita e la propria sicurezza. In una parola l’insieme dei propri diritti umani e civili". La vita, secondo il vescovo, "comprende un insieme di condizioni, e tutte devono essere rispettate e protette: certi valori sono altrettanto importanti come la vita fisica e sarebbe ora che entrassero nella valutazione dei giudici".

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