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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro

Il caso Vinyls diventa documentario: 1 marzo proiezione pubblica a Mestre

Molti i punti di vista snocciolati all'interno del video di 30 minuti girato dai registi Sollazzo e Cancellara che sarà visionabile allo spazio eventi "L'officina del gusto" alle 18

Lotta pacifica "ma incisiva". Con questo leit-motiv la regista Irene Sollazzo ha voluto testimoniare per immagini il caso Vinyls di Marghera. E per questo, dopo la conclusione della produzione del mediometraggio di 30 minuti, è stata organizzata una proiezione pubblica del documentario video a Mestre, a "L’officina del gusto", spazio eventi, venerdì 1 marzo 2013, alle 18.

Riflettendo sul caso dell'azienda di Porto Marghera, le immagini proposte si concentrano sul caso personale dei lavoratori cassaintegrati aprendo anche agli interventi di alcune voci importanti sul territorio appartenenti alle istituzioni ed enti che portano altri punti di vista su questa dura vertenza ancora aperta. Le immagini raccolte vogliono riportare l’attenzione sulle forme di lotta pacificache i tre lavoratori simbolo della ditta Vinyls (Nicoletta Zago, Lucio Sabbadin, Alessandro Gabanotto) hanno intrapreso da tre anni ormai sul territorio senza dimenticare che fra loro, in prima linea c’è una donna. Oggi che il diritto al lavoro è sempre più un tema scottante, il video non si concentra solo sulla vicenda politica–sociale di Vinyls, ma anche sull’aspetto umano che rischia di essere dimenticato sopraffatto dalle logiche del profitto.

Irene Sollazzo, regista freelance, già dal 2011 si concentra sul territorio con lavori video che hanno ricevuto il Patrocinio del Comune di Venezia (Gli Scalpellini di Venezia - la tradizione sfrattata, 2012) e anche il Patrocinio della Caritas Veneziana (Gli Indesiderati, 2011), per citarne alcuni.
Lavora in team con Savino Cancellara, videomaker e videoeditor, insieme perseguono l’obiettivo di offrire alla città un osservatorio di immagini per approfondire e fare resistenza culturale, per disseppellire voci che dopo “la prima pagina“ rischiano di restare sepolte.

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