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Economia

Banda larga questa sconosciuta: a Venezia è miraggio per le imprese

I risultati di un censimento condotto da Confindustria gettano più ombre che luci sul tessuto produttivo lagunare. In attesa dello sviluppo Ict

Secondo i dati Ocse, per ogni euro investito nel settore dell'Ict si sviluppa 1,45 euro di Pil e gli investimenti in Ict hanno contribuito al 50% della crescita della produttività europea negli ultimi 15 anni. Questo il peso dell’innovazione e delle tecnologie dell’informazione in termini di competitività. Ma qual è la situazione reale a Venezia e nel veneziano? Per rispondere a questa domanda, la Sezione del Terziario Avanzato di Confindustria Venezia ha realizzato un censimento sullo stato di copertura della banda larga e dei fabbisogni di connettività delle aziende del territorio, i cui risultati sono stati presentati e approfonditi martedì nell'incontro organizzato da Confindustria Venezia e Assinform  “La sfida digitale. La banda larga corre veloce e crea business. E adesso cosa facciamo?”.

Secondo lo studio la tecnologia più diffusa rimane ancora il rame (Adsl e Hdsl) pur essendo alla fine del proprio ciclo di vita. La fibra ottica è ancora un lusso per pochi, ce l’ha solo il 15% degli intervistati. Le aziende mediamente ritengono la propria connessione “appena sufficiente” a livello di prestazione e “piuttosto costosa” per il servizio reso, mentre invece emerge un marcato scarto tra le prestazioni dichiarate dai gestori e la velocità di connessione effettivamente garantita.

Se ci si confronta con riferimenti europei, ben il 75% delle aziende non ha una connessione in banda larga, il 50% ha solo una connessione per accedere ai servizi “casalinghi” e, cosa ben più allarmante, l’80% delle imprese non ha una connessione sufficiente per fornire servizi ai propri clienti. A livello di categoria dimensionale, solo aziende con più di 50 addetti hanno una connessione in banda larga, mentre tutta la Pmi utilizza connettività tipicamente “casalinghe”. La banda larga, infine, è vista dalle imprese come prioritaria per sviluppare: l’accesso ai servizi di cloud computing, il telelavoro o altre forme di lavoro “esterno” alle sedi aziendali, la costruzione di piattaforme di e-commerce, digital marketing e social software.

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