Fatturato in calo nel 2013 per il 61% delle aziende. Questo, come riportano i quotidiani locali, il quadro descritto dalla Confcommercio di Mirano. Un’analisi comparativa dei bilanci dell’ultimo anno, confrontati con quelli del 2012, mostrerebbe come oltre la metà delle attività iscritte all’associazione nei sette comuni del comprensorio sia ancora sofferente. E, se pur qualcuna si distingue per un fatturato positivo, ad ogni modo non esiste un settore in cui l’andamento favorevole sia generalizzato.

I dati sono aggiornati al 31 dicembre 2013 e rilevano una netta diminuzione dei fatturati nell’ultimo anno soprattutto per tabaccherie, ferramenta, bar, ristoranti, macellerie e cartolerie. La media del calo oscilla tra il 10% e il 15%. Ma singole attività hanno registrato picchi in ribasso anche superiori al 30%. 

Dato positivo, invece, per il 38,5% delle aziende esaminate, che hanno visto crescere il proprio fatturato rispetto all’anno 2012. Nessun settore di punta, ad ogni modo. Dallo studio,  infatti, non emergerebbe una frangia caratterizzata da un trend complessivamente ottimistico. Si tratta semplicemente dell’ordinario andamento delle cose: per alcuni commercianti le cose vanno meglio che per altri. Prossimo passo sarà un’ulteriore indagine, volta a definire i numeri nello specifico: quante aziende abbiano registrato utili, quante abbiano pareggiato i conti, quante invece siano sotto. 

Crisi economica, calo del potere d’acquisto: certo. Ma, alla base del quadro critico esposto dalla Confcommercio del Miranese, ci sarebbe in primis l’aumento dei costi. Nel mirino dell'associazione dei commercianti, tasse e imposte che gravano sulle attività, Tasi e Imu.