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Crisi Economica

1850 licenziamenti dal 2010 nel Sandonatese

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

La destra, alla guida della città di San Donà, è espressione della cultura prevalente di questo territorio. La crisi economica si sta abbattendo sulle classi sociali più povere ma il suo riverbero porta i suoi effetti anche sulla cosiddetta classe media alzando i livelli di povertà per molta gente.

I dati sui licenziamenti individuali e collettivi sono impietosi; nel sandonatese dal 2010 ad oggi se ne contano quasi 1850.

Gli amministratori, che si lamentano di non avere un ruolo preciso di fronte alla crisi economica, hanno il dovere almeno di provare a fronteggiare la situazione mediante l'apertura di tavoli di confronto dove portare le vertenze locali, e attraverso scelte che tutelino le produzioni dalle delocalizzazioni, anzichè limitarsi a fornire sussidi a pioggia a chi è in estrema difficoltà.

Questi amministratori, fans del libero mercato, sono i referenti politici del padronato e della classe imprenditoriale moderna che usa la ricchezza esclusivamente per l'accrescimento dei propri patrimoni. L'attuale classe politica, espressione del liberismo sfrenato, difende i padroni, ovvero quella cerchia parassitaria la cui unica funzione è quella di appropriarsi e consumare la ricchezza prodotta da altri. L'impresa, la cui funzione primitiva era la creazione di ricchezza reale, oggi è solo strumento per fare denaro da intascare e non da reinvestire. Il berlusconismo ha creato l'apparato ideologico-mediatico che ha portato a rimuovere l'idea sempre più reale dello scontro di classe , uniformando tutti nella categoria di cittadini consumatori ed azionisti, beneficiari universali del sistema capitalista.

I sandonatesi a chi chiederanno il conto della situazione occupazionale locale se non al sindaco della loro città e al suo assessore alle attività produttive che è pure segretario personale della presidente della Provincia di Venezia, i cui stipendi annuali superano i 100 mila euro? A fronte di guadagni così lauti ci aspettiamo impegni precisi e risposte credibili. In fabbrica se "non produci" ti licenziano; perchè non dovrebbe valere la stessa regola anche per chi amministra le città?

Alberto D'Andrea Marina Alfier
Pdci-Federazione della Sinistra San Donà

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