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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Crisi Economica Marghera

Calano i traffici di merci, aumentano i crocieristi: la crisi al Porto veneziano

Si registra un -4,3% (pari a -363mila tonnellate) nella movimentazione di prodotti, in controtendenza il trasporto di carbone per l'Enel (+156%), ritardi nel pagamento degli stipendi

L'attuale situazione di crisi sembra aver ormai coinvolto la quasi totalità dei settori economici, compresi quelli da sempre considerati strategici per alcune realtà territoriali. E' il caso del porto di Venezia, che nel primo quadrimestre del 2012 chiude con un calo complessivo del 4,3% nei traffici commerciali, pari a 363mila tonnellate di merci movimentate in meno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

Segno meno per quasi tutti i comparti merceologici: -44,4% nel traffico petrolifero, -41% in quello di cereali, -27% nei fertilizzanti per l’agricoltura, -25,9% per le rinfuse varie. A diminuire sono pure il trasporto di merci su container (-2,7%) e su General Cargo Ro/Ro, cioè camion caricati sui traghetti (-3,2%), che risente in particolare delle ricadute della crisi sui traffici commerciali greci, delle conseguenze della guerra in Libia e delle crisi politiche che ancora avvolgono Egitto e Siria.

A segnare, invece, dei risultati positivi sono i traffici di mangimi per animali, foraggi e olii vegetali (+24,4%), minerali di ferrosi (+13,6%) e carbone per le centrali dell’Enel (addirittura  +156 %, pari a 525mila tonnellate in più mobilitate), benzine e gasolio (+4,4%).

Con un -4,9%, risulta in decrescita pure il numero di passeggeri imbarcati nei traghetti, pari a 10mila persone in meno. Cresce, per contro, con il grande rammarico del comitato "No Grandi Navi", il numero di crocieristi, passati dai 163mila dei primi quattro mesi del 2011 ai 172mila giunti a Venezia tra gennaio e aprile 2012.

La conseguenza più dannosa delle riduzioni evidenziate è la tendenza, sempre più massiccia, ad utilizzare lo strumento della cassa integrazione ordinaria nei terminal commerciali e tra i portuali della C.L.P. e delle imprese di servizio. A questo si aggiungono gli ovvi problemi di liquidità dovuti alla stretta del credito bancario e ai ritardi nei pagamenti, che, in molti casi, determinano forti ritardi anche nel versamento degli stipendi.

 

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