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Economia

A Venezia il mattone non riprende quota e le banche non aiutano abbastanza il commercio

Questi i dati di due studi della Camera di commercio e dell'Ance. Lievitano sensibilmente le realtà alle prese con problemi con il credito, mentre le assunzioni calano del 9 per cento

E' un panorama in chiaroscuro quello che dipingono le associazioni di categoria per quanto riguarda l'economia lagunare. Se secondo la Camera di commercio delta-lagunare le localizzazioni aumentano dello 0,5%, le difficoltà col credito aumentano in modo sensibile del 5,2% e le assunzioni "crollano" del 9%. Giudizi che non possono che riverberarsi anche sulle stime fornite anche dall'Ance Veneto, che rivede al ribasso le stime sull'andamento dell'industria delle costruzioni. L'ultimo rapporto congiunturale, presentato lo scorso giugno, delineava una flebile ripresa degli investimenti (+0,5%): "Tale dato sarà con molta probabilità rivisto in negativo al 31 dicembre di quest’anno", sottolinea l'Ance. 

Secondo la camera di commercio, la struttura produttiva dell’area Delta Lagunare ha registrato nel secondo trimestre 2016 segnali di tenuta caratterizzati da un incremento delle localizzazioni rispetto al dato dello scorso anno, una diminuzione dei fallimenti e un aumento delle iscrizioni (+0,8%) di nuove imprese. È quanto emerge dal “Cruscotto Delta Lagunare” numero 2 del 2016, la pubblicazione realizzata dal Servizio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo che monitora i principali indicatori congiunturali dell’area Delta Lagunare relativi alla struttura produttiva e al movimento anagrafico delle imprese. «Sono segnali che confermano le previsioni ottimistiche dello scorso trimestre - commenta Roberto Crosta, segretario generale della CCIAA Delta Lagunare - le cessazioni sono diminuite dell'1,9%".

Al 30 giugno 2016 sono 133.214 le localizzazioni registrate nell’Area Delta Lagunare, di cui 105.565 sedi d’impresa e 27.649 unità locali (stabilimenti, filiali, ecc.). L’88,5% delle sedi d’impresa registrate risulta attivo, mentre il 6,8% non ha ancora dichiarato l’inizio attività, il 2,8% è in scioglimento o in liquidazione e il 1,7% ha procedure concorsuali in atto. Rispetto al trimestre precedente la variazione è del +0,6%, in linea con l’andamento nazionale e con performance migliori rispetto alla media regionale. In riferimento agli insediamenti produttivi effettivamente attivi la variazione tendenziale è più contenuta (+0,3%) e quella congiunturale è del +0,7%. Nell’artigianato continuano elementi di sofferenza, pur aumentando le sedi d’impresa della categoria a livello trimestrale (+74 imprese), il raffronto con il primo semestre 2016 presenta una situazione negativa, con una differenza totale di -622 sedi.

Per quanto riguarda la natimortalità delle imprese si è registrato un saldo positivo di 123 unità dato dalla differenza tra il numero delle iscrizioni 3.701 e quello delle cessazioni 3.578. Il paragone con i primi sei mesi dello scorso anno mostra segnali di crescita: le iscrizioni, infatti, sono aumentate del +0,8%, risultato in controtendenza rispetto al Veneto e migliore rispetto all’Italia, e le cessazioni sono diminuite del -1,9%. Le sedi d’impresa under 35 hanno subìto un’ulteriore diminuzione del –0,9%, rispetto al secondo trimestre del 2015, mentre le sedi d’impresa femminili sono aumentate del +0,4%. Si conferma, inoltre, il costante aumento delle sedi d’impresa straniere, che raggiungono quota 9255, pari al 9,9% sul totale delle sedi, con un incremento del +4,6% rispetto al II trimestre 2015 (+2,1% congiunturale).

Nel primo semestre 2016 le imprese Delta Lagunari hanno esportato beni per un ammontare complessivo di 2,9 miliardi di euro (il 10% dell’export regionale) con una variazione cumulata del +0,4% rispetto al I semestre 2015. Tale sostanziale stabilità è collegata ad un primo trimestre di slancio (+7% tendenziale) e un rallentamento del II trimestre in cui le esportazioni segnano un -5,1% rispetto alle ottime performance dello stesso periodo dell’anno precedente. Sul fronte occupazionale a livello regionale si registra un incremento sia degli occupati, che delle persone in cerca di occupazione, sono in diminuzione gli inattivi e il tasso di disoccupazione ritorna al 7%. Nell’area Delta Lagunare è, invece, in diminuzione il numero di ore di cassa integrazione e anche delle aperture di procedure di crisi che nel I semestre 2016 hanno riguardato 71 imprese contro le 128 dello stesso periodo del 2015 (-44,5%). Gli inserimenti in lista di mobilità a seguito di licenziamenti collettivi sono stati 425 contro i 1135 del I semestre 2015.

Il credito rappresenta una delle più impellenti problematiche cui devono far fronte le imprese, e rimane il settore con dati più preoccupanti per l’area Delta lagunare come per il resto del paese. Mentre i depositi segnano variazioni positive (+4,7% tendenziale), gli impieghi delle banche continuano la loro contrazione (-2% rispetto al 30 giugno 2015) a fronte di un aumento del +5,2% tendenziale dei crediti in sofferenza. Si segnala per l’area rodigina uno spiraglio positivo dato dalla contrazione del -1,9% tendenziale dello stock di sofferenze.

I DATI ANCE - Il quadro più pessimistico dell'Ance è emerso invece nella tradizionale intervista rilasciata alla Banca d’Italia dai rappresentanti dei principali settori economici regionali. L’incontro tra il presidente dei costruttori veneti, Giovanni Salmistari, e la direzione regionale della Banca d’Italia si è svolto privatamente la scorsa settimana. L’indagine della Banca d’Italia verteva su tre quesiti fondamentali: qual è la situazione attuale del settore rispetto ai primi sei mesi del 2016; quali sono le prospettive a breve e medio termine e qual è stato finora l’impatto del nuovo codice degli appalti, in vigore dal 19 aprile scorso.

«I dati delle casse edili – commenta Giovanni Salmistrari - continuano a evidenziare un calo delle ore lavorate e della massa salari. Non ci sono segnali apprezzabili di ripresa. L’aumento dei mutui alle famiglie e la conseguente ripresa delle compravendite immobiliari non si traducono in un aumento dell’attività edilizia perché riguardano quasi esclusivamente il patrimonio esistente. I prezzi di immobili e terreni edificabili continuano a scendere e il nuovo codice degli appalti, che impedisce alle amministrazioni di mettere in gara progetti non esecutivi, ha di fatto determinato in questi mesi un blocco dei lavori pubblici. Il rallentamento perdurerà ancora per diversi mesi fintanto che non verranno bandite le gare per la progettazione. Prima di poter iniziare finalmente a  “lavorare” occorrerà attendere, dopo l’iter di aggiudicazione della progettazione, le gare per i lavori, sempre che nel frattempo non ci siano stati ricorsi». Anche le ristrutturazioni non sembrano sortire effetti di ripresa sistemici.

L’andamento del settore in provincia di Venezia, quale risulta dai dati della Cassa Edile di Venezia, registra ancora un segno negativo, anche se in termini più contenuti rispetto al recente passato. L’ultima rilevazione, a luglio 2016 rispetto a luglio 2015, attesta un calo del -3,1% per il numero di operai; del -4,3% delle imprese e del -1% della massa salari. Non ci sono segnali apprezzabili di ripresa della domanda. In particolare, per quanto riguarda le famiglie, il dato relativo al sensibile aumento delle compravendite immobiliari (effetto anche della maggiore disponibilità delle banche nell’erogazione di mutui alle famiglie) non si traduce necessariamente in un incremento dell’attività edilizia, e quand’anche ciò avvenga, si tratta di processo che richiede un certo tempo; in linea generale, non si registrano segnali di ripresa dei prezzi di vendita dei fabbricati né dei terreni edificabili.

"L’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti ha determinato un vero e proprio blocco degli appalti nella provincia di Venezia", sottolinea l'Ance. Da metà aprile a tutto agosto il mercato dei lavori pubblici si è sostanzialmente fermato. A settembre vi è stato qualche segno di ripresa degli affidamenti, ma rispetto allo scorso anno il dato rimane fortemente negativo.

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