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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Il made in Italy tira ancora col cibo, ma il tessile veneziano arranca

A trainare il settore manifatturiero è l'alimentare, che si salva grazie all'export. Soffrono ancora le imprese con meno di dieci addetti

Nel quadro tracciato dall’ultima indagine “Veneto Congiuntura” realizzata da Unioncamere del Veneto in collaborazione con Confartigianato Veneto su un campione di 2.252 imprese venete con almeno 2 addetti operanti nel settore manifatturiero, emerge una prospettiva incoraggiante: la produzione industriale della regione ha registrato, nell’ultimo trimestre 2014, una positiva (+1,7%) variazione tendenziale annua (vale a dire rispetto allo stesso trimestre 2013). Incremento positivo anche rispetto al trimestre precedente: (+1%).

A livello provinciale, dove il campione considerato riguarda le imprese con oltre 10 addetti, il dato è performante: la produzione totale segna un (+3%), ben al di sopra del dato regionale ma in diminuzione rispetto al trimestre precedente (-1,1%). Va molto bene anche il fatturato con un incoraggiante (+4,9%) su base annua ma sempre in diminuzione rispetto al trimestre precedente (-1,3%).  Le dimensioni aziendali si rivelano essere un parametro in grado di condizionare la performance aziendale: bene le imprese con più di 10 addetti che hanno chiuso l’anno con una positiva variazione tendenziale dei principali indicatori, soprattutto gli ordinativi esteri; va ancor meglio per le imprese con oltre 50 addetti per le quali il dato della produzione è (+4,6%) e il fatturato si attesta a (+6,9%).

Con riferimento al settore di attività il fatturato più elevato è stato realizzato dall’“alimentare, bevande e tabacco” con (+12,6%) dato tendenziale. La dinamica positiva del fatturato totale è ascrivibile al buon andamento delle vendite all’estero che segnano un (+9,5%), timido invece il mercato interno che contribuisce solo con un modesto (+1%). In un clima di generale sfiducia da parte degli imprenditori locali che, interrogati sulle prospettive del I° trimestre 2015 si aspettano risultati meno brillanti, uno spiraglio viene dal grande apprezzamento da parte dei mercati esteri dei prodotti alimentari Made in Italy: in questo specifico settore gli ordinativi esteri hanno raggiunto (+15,9%).

L’estero si rivela l’unico mercato in grado di dare adeguato sbocco alla produzione veneziana: su base annua gli ordinativi segnano un +8,3% (che diventa +9,8% per le imprese sopra i 50 addetti) ben distante dal modesto (+0,2) del mercato interno. Qui l’unico dato positivo è rappresentato dal (+5,4%) dei macchinari che potrebbe essere un indicatore di ripresa degli investimenti. Spicca il risultato negativo a 360° del “tessile, abbigliamento e calzature”: negativi i dati della produzione (-1,4%) e del fatturato (-2%); male gli ordinativi dall’estero (-2,6% tendenziale); in flessione il dato occupazionale (-0,3%).

“Anche per il 2015, indipendentemente dal taglio del diritto annuale stabilito per legge, la Camera di Commercio di Venezia continuerà a sostenere le imprese a crescere ed affacciarsi sempre più coraggiosamente sui mercati internazionali ma i dati dell’indagine rivelano che le micro e piccole imprese continuano a scontare in misura maggiore il peso di una difficile situazione economica - dichiara il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Fedalto - Le aziende che hanno come sbocco principale il mercato interno sono costrette ad arrancare. Bisogna rimanere vigili rispetto ad un tessuto economico costituito principalmente da micro-piccole imprese che la crisi rischia di dissipare irrimediabilmente”.

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