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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

L'allarme dei costruttori: "Togliete lo split payment o chiudiamo tutti"

Lunedì incontro nella sede dell'Ance di Marghera: nel mirino la norma che permette al "pubblico" di pagare l'Iva quando è committente di lavori

"Reverse charge" e "split payment", paroloni che stanno mettendo in fibrillazione i costruttori veneziani. Se il primo significa "inversione contabile", e quindi dispone che non sia più chi emette fattura a pagare l'Iva allo Stato ma il subappaltatore che riceve la commessa, il secondo indica invece il fatto che, nel caso di lavori commissionati dagli enti pubblici, siano quest'ultimi a pagare l'Iva. Una misura introdotta nella legge di stabilità 2015 ed entrata in vigore da gennaio che ha l'obiettivo di combattere l'evasione fiscale, puntando sul fatto che la pubblica amministrazione possa dimostrarsi più affidabile rispetto alle piccole imprese edili. L'Ance, sia a livello nazionale che locale, è però su tutte le furie: questa misura secondo la categoria potrebbe determinare profondi problemi di liquidità per le ditte che si trovano a operare per il "pubblico".

Argomenti a lungo dibattuti lunedì pomeriggio a Marghera, nella Cittadella dell'Edilizia. La sezione veneziana dell'Ance, infatti, ha organizzato l'incontro "La disciplina fiscale nel settore immobiliare. Principali novità del 2015". Ci è voluto poco perché, analizzando i provvedimenti di Governo e Parlamento di fine 2014 (“Sblocca Italia”, Semplificazioni fiscali, Legge di Stabilità) si iniziassero a sottolineare le principali criticità che da tre mesi i costruttori stanno affrontando. Come detto, nel mirino è finita l'introduzione dello split payment e l'ampliamento dell'applicazione del "reverse charge" anche alle prestazioni in appalto di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e completamento relativi a edifici.

"Entrambi gli istituti - sottolinea Ugo Cavallin, presidente di Ance Venezia - sebbene con tecniche normative diverse hanno il comune obiettivo di evitare l'evasione dell'Iva, attribuendo il versamento del tributo non già a chi effettua la prestazione, ma a chi la riceve. Ma risulta quantomai difficile pensare che chi effettua prestazioni nei confronti di enti pubblici possa evitare di emettere fattura e quindi evadere, scappando prima del versamento della stessa. Le nostre imprese e quelle fornitrici della pubblica amministrazione in particolare, a questo punto stanno così inevitabilmente maturando dei consistenti crediti, in quanto tutta l'Iva a credito pagata ai fornitori non trova più la corrispondente Iva a debito correlata alle fatture emesse e, benché ammesse tra i destinatari dei rimborsi in via prioritaria, si teme quindi che questi si faranno attendere un bel po', ritornando a situazioni di difficoltà di incasso come negli anni scorsi. Da ciò la necessitá di riuscire a finanziare questi crediti, con le note difficoltà di accedere a quello bancario e con il sostenimento dei relativi oneri". Per questo motivo è stata messa a punto una petizione nazionale per chiedere che lo split payment venga cancellato: "Altrimenti centinaia di imprese chiuderanno", conclude l'Ance.

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