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Economia

Nel Veneziano crolla la cassa integrazione, boom di assunzioni

Complice il Jobs Act, in tutta la provincia sono stati stipulati a metà 2015 sono stati 12.190 (+65%). La ore di Cig totali calano del 38,4%

Rispetto allo stesso periodo del 2014, nei primi 9 mesi di quest’anno il numero di ore di cassa integrazione totali autorizzate dall’Inps in provincia di Venezia è scesa del 38,4 per cento (-4.700.000 ore circa). L’andamento per tipologia ha visto crollare di pari importo sia quella straordinaria sia quella in deroga (-52,5 per cento). Solo quella ordinaria, che viene richiesta dalle imprese per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori che si trovano in precarie condizioni economiche a causa della sospensione o della riduzione momentanea dell’attività lavorativa, ha subito un incremento (+9,6 per cento).

E’ questa la fotografia scattata dall’Ufficio studi della CGIA che, in vista del convegno di giovedì sera previsto nella sede centrale di via Torre Belfredo alle 20.45 sui nuovi ammortizzatori sociali introdotti dal Jobs act, ha fatto il punto della situazione occupazionale nel Veneziano. “Grazie alle decontribuzione totale Inps e all’introduzione delle tutele crescenti previste dal Jobs act – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - nei primi sei mesi del 2015 i contratti a tempo indeterminato attivati nella nostra provincia hanno raggiunto quota 12.190; il 65 per cento in più dello stesso periodo dell’anno scorso”. 

Nei primi sei mesi di quest’anno, il saldo tra assunzioni e cessazioni dei dipendenti in provincia di Venezia ha superato quota 31.500, anche se gran parte di questi posti di lavoro sono "stabilizzazioni" piuttosto che nuovi posti di lavoro. “Nonostante ciò – conclude Zabeo -  la precarietà rimane ancora molto forte. A seguito del gran numero di imprese turistiche concentrate lungo tutto il litorale, 2 assunzioni su 3, comunque, sono state siglate con un contratto a tempo determinato. Con un Pil che per l’anno in corso a Venezia dovrebbe salire dell’1,3 per cento, il tasso di disoccupazione nel nostro territorio dovrebbe però scendere al di sotto del 9 per cento. Una inversione di tendenza che ci consente di dire che, molto probabilmente, il peggio è alle nostre spalle”. 

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