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Incubo sgravi, la soluzione ora si avvicina: "Niente passaggio in Aula per la legge"

Se tutto andrà liscio la XI commissione del Senato esaminerà la norma che permetterà alle imprese di risparmiare 30 milioni di euro in sede deliberante: un iter molto più breve

Potrebbe subire un'accelerazione l'approvazione del disegno di legge sugli sgravi per le imprese di Venezia e Chioggia. Una questione che vede spettatrici interessate centinaia di aziende del territorio, che si sono viste richiedere indietro, dopo una sentenza dell'Unione europea, somme ingenti calcolate sugli interessi composti degli sgravi ricevuti, assimilati ad aiuti di stato. Per questo motivo il Parlamento sta cercando di correre ai ripari, con l'approvazione di una legge secondo cui i soldi da "scucire" dovrebbero essere calcolati in base agli interessi semplici, e non composti. Insomma, si parlerebbe di somme sensibilmente inferiori (con risparmio di circa 30 milioni di euro). In grado di non mettere in difficoltà i bilanci delle aziende, molte delle quali altrimenti finirebbero a gambe all'aria. 

La notizia di giovedì, accolta con favore da Confidustria, dall'Associazione Venezia Albergatori, dall'Ance e da Legacoop, è che la  XI commissione permanente del Senato ha deciso di esaminare il disegno di legge in sede deliberante. Se tutto andrà liscio, dunque, non ci sarà un passaggio in Aula, ma l'ok definitivo dovrebbe arrivare direttamente in commissione. Sempre che un quinto dei componenti della commissione o un decimo dei senatori non si mettano di traverso, chiedendo l'esame parlamentare. Va da sé che ciò accorcia di molto l'iter di approvazione della legge, in un settore in cui il tempo  è denaro. Le associazioni di categoria esultano parlando di un lavoro di squadra fuori dall'usuale, con la politica capace di andarà al di là degli schieramenti partitici, lavorando compatta per sostenere il territorio".

"La definitiva approvazione di questo ddl è l’unica soluzione in grado di limitare i danni per le imprese veneziane e chioggiotte che si trovano a pagare per colpe ed errori compiuti da altri - sottolineano le associazioni di categoria - Permettere alle imprese di pagare gli interessi semplici e non composti garantirà continuità aziendale a molte delle imprese coinvolte. Diversamente il danno per imprese e gli effetti sull’occupazione sarebbero drammatici. Occorre ricordare, inoltre, che con la pronuncia del 17 settembre 2015, l’Italia è stata condannata a pagare ingenti sanzioni pecuniarie: 30 milioni di euro a titolo di sanzione forfettaria e 12 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell’esecuzione della sentenza. Al momento, le imprese veneziane hanno restituito oltre 20 milioni di euro in conto capitale, mentre pende ancora la questione degli interessi che il provvedimento in via di definizione dovrebbe risolvere e che secondo una stima, potrebbe far risparmiare circa 30 milioni di euro".
 

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