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Economia

Economia a rilento, sale l'occupazione: +5.800 unità in provincia di Venezia

Dati Unioncamere sull'economia veneta nel 2015. Crescita modesta, migliorano i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. Meno dalla dinamica delle esportazioni

Crescita a rilento, ma i dati positivi non mancano. È la sintesi dell'andamento dell'economia veneta nel 2015, che si rispecchia anche nei dati sull'occupazione: il saldo regionale di fine anno risulta particolarmente positivo per i lavoratori maschi (+21mila unità) e per gli italiani (+27mila). I territori contraddistinti dalle variazioni migliori sono quelli di Verona (+8,5 mila unità) e Padova (+7,6mila), ma anche a Venezia non va male: + 5,8mila unità.

Insomma, nel 2015 l’economia del Veneto è ripartita. La crescita è modesta, sostenuta più dall’accelerazione dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese che dalla dinamica delle esportazioni. Nel 2016 l’attività economica dovrebbe consolidarsi, con un apporto significativo della domanda interna e un lieve rallentamento delle esportazioni. Non vi sono però attese di una vera fase espansiva, in grado di riportare velocemente l’economia regionale vicina ai livelli pre-crisi. La 49esima edizione del rapporto annuale di Unioncamere Veneto ripercorre il 2015, descrivendo le dinamiche che hanno caratterizzato l’economia e la società regionale e tracciando alcune previsioni per l’anno in corso.

Unioncamere ha anche assegnato i premi regionali per lo sviluppo economico: a Venezia la targa è andata alla società Santa Chiara, costituita circa quarant’anni fa da Elio Dazzo. Dazzo, acquisito l’albergo a due stelle “Santa Chiara Hotel” a piazzale Roma, inizia la sua esperienza professionale nell’industria turistico-ricettiva. Formatosi nel settore della ristorazione, ben presto lavora anche nel settore delle forniture aeroportuali e dei servizi alle aziende fondando la “Linea Aeroportuale Sole”, che gestisce tutti i servizi di bar, ristorante, catering e duty free shop a terra dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, e la “Trimalcione S.r.l.”, unica società dell’area veneziana che offre servizi alternativi di mensa aziendale. All’inizio dell’attività, l’Hotel Santa Chiara comprendeva 28 camere con tre bagni e poteva accogliere fino a 80 ospiti, assistiti da 12 collaboratori: oggi la società di Dazzo gestisce due ristoranti/caffè, tre hotel a quattro stelle, due affittacamere di prima categoria ed una casa per ferie per un totale di 130 camere ed una forza lavoro di oltre cento dipendenti. La Santa Chiara S.r.l., nonostante lo sviluppo imprenditoriale che l’ha portata ad acquisire e gestire tutta una serie di attività ricettive e società, è rimasta sempre a conduzione familiare e nel 2015 ha registrato un fatturato di 9 milioni e 600mila euro.

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L’ECONOMIA ITALIANA CRESCE MA A RITMO MODERATO Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che l’output globale nel 2015 è cresciuto del 3,1 per cento, esito di un incremento dell’1,9 per cento per le economie avanzate e del 4 per cento per le economie emergenti e in via di sviluppo. Le proiezioni previsionali relative al 2016 non superano il 3,2 per cento, mentre nel 2017 la crescita del prodotto dovrebbe attestarsi al 3,5 per cento. A livello europeo le stime della Commissione vanno nel senso di un incremento dell’output dell’1,6 per cento nel 2016 e dell’1,8 per cento l’anno seguente; a trainare la ripresa rimarrà comunque la domanda interna stimolata dai provvedimenti di politica monetaria varati dalla BCE e alimentata dal calo del prezzo delle commodity, dall’andamento evolutivo del mercato del lavoro e dal timbro prudentemente espansivo delle politiche fiscali. Il 2015 per l’economia italiana è stato l’anno della svolta: per la prima volta dopo un triennio recessivo il PIL è tornato a crescere (+0,8%): il principale propellente del motore economico italiano si è rivelato la domanda interna, in aumento dell’1,5 per cento, mentre il contributo delle esportazioni nette è stato negativo soprattutto per i maggiori flussi importati. Il Documento di Economia e Finanza (DEF) del Governo delinea un contesto moderatamente favorevole per cui lo scenario “tendenziale” vede il PIL italiano crescere dell’1,2 per cento in termini reali per poi stabilizzarsi su questo livello negli anni seguenti; driver del processo virtuoso sarà la domanda interna: saranno prevalentemente i consumi delle famiglie, spinti da un maggior reddito disponibile e dagli incrementi occupazionali, a trainare la crescita ma anche per gli investimenti si prefigura una dinamica favorevole.

L’ECONOMIA REGIONALE CAMBIA MARCIA? Il PIL regionale ha chiuso il 2015 con una crescita dello 0,8 per cento che raddoppia la percentuale registrata nel 2014 (+0,4%) ma si pone al di sotto delle stime previsionali dei principali Istituti di ricerca. Tale crescita modesta è frutto dell’incremento delle esportazioni, ma dopo alcuni anni anche i consumi delle famiglie e gli investimenti privati hanno dato un apporto positivo. In Veneto il mercato del lavoro è leggermente migliorato spinto dalla de-contribuzione delle assunzioni con contratto a tutele crescenti, ma una verifica più puntuale potrà essere fatta solo quando tali incentivi cesseranno. Dopo sette anni di crisi che avevano segnato un netto confine tra imprese internazionalizzate con ritmi di crescita buoni e imprese che operavano sul mercato interno con difficoltà molto marcate, nel 2015 questo paradigma è, almeno parzialmente, cambiato: sono ripartiti le vendite al dettaglio e gli investimenti delle imprese chiamate a “svecchiare” il loro parco macchine. Il modello di sviluppo legato soprattutto alle esportazioni è stato positivo per l’economia regionale, ma comporta rischi e incertezze legate alle sempre più frequenti crisi internazionali. Tale modello va quindi ri-equilibrato favorendo la ripresa della domanda interna anche se non mancano rischi legati al difficile ricambio generazionale della popolazione residente e alle difficoltà di alcuni tra i principali istituti di credito locali. Secondo le nostre stime, il PIL regionale dovrebbe crescere nel 2016 dell’1,3 per cento, un incremento appena superiore alla crescita dell’1,1 per cento italiana, con un apporto significativo della domanda interna e un rallentamento delle esportazioni: non vi sono tuttavia attese di una vera fase espansiva in grado di riportare velocemente l’economia regionale vicina ai livelli pre-crisi.

LE IMPRESE La produzione industriale, secondo i dati dell’indagine VenetoCongiuntura, ha registrato nel 2015 un aumento del +1,8 per cento, in linea rispetto allo scorso anno (+1,8%). La convincente ripresa dei livelli produttivi è stata confermata nel 2015 anche dall’indice del grado di utilizzo degli impianti, che in media d’anno si è attestato al 74,2 per cento della piena capacità produttiva. Anche l’indicatore del fatturato industriale ha evidenziato una crescita media pari al +2,3 per cento, confermando il cambio di tendenza registrato nell’anno precedente (+1,9%) dopo i segni negativi del 2012 e nel 2013 (rispettivamente -3,9% e -0,3%). Nel 2015 quasi il 48 per cento delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha effettuato investimenti materiali e immateriali, impegnando il 25 per cento di risorse in più rispetto al 2014. I dati hanno confermato che il ciclo degli investimenti sembra destinato a proseguire anche nel 2016: il 45,2 per cento degli imprenditori prevedono di investire anche nell’anno in corso, una quota di poco inferiore a quella del 2015. L’attenuazione delle dinamiche recessive nel settore viene confermata anche dall’aumento degli investimenti nel settore delle costruzioni rispetto al 2014 (+1,7%) che superano i 12 miliardi di euro. I segnali positivi arrivano dal settore del rinnovo che nel 2015 ha messo a segno un +5,5 per cento, che ha più che bilanciato la flessione delle nuove costruzioni, in calo del 4,3 per cento. Il Veneto ha chiuso il 2015 con una dinamica positiva delle vendite al dettaglio dopo le variazioni a ribasso registrate nei tre anni precedenti. L’aumento medio annuo del fatturato è stato pari a +2,9 per cento su base tendenziale con una dinamica crescente nel corso dell’anno. Nel 2015 il settore agricolo ha dovuto fare i conti ancora con l’andamento climatico, più caldo e meno piovoso rispetto alla norma. In termini di prodotto il dato più importante riguarda il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta, che nel 2015 è da stimarsi in 5,7 miliardi di euro, in leggera flessione (-1%) rispetto all’anno precedente.

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