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Economia Marghera / Via della Chimica, 5

Accordo di pre-vendita per la Solvay del Veneziano: "È stato di agitazione sindacale"

La realtà fa parte di Fluorsid Group e ha siglato un accordo preliminare con l'attuale proprietà. Le operazioni burocratiche dovrebbero concludersi entro metà del 2018

Alkeemia, parte di Fluorsid Group, ha siglato un accordo preliminare con Solvay Specialty Polymers per l'acquisizione dell'impianto chimico di Porto Marghera. Una struttura di via della Chimica che produce acido fluoridrico. "L'acquisizione dell'impianto dell'area veneziana, tra i principali produttori di acido fluoridrico europei, garantirà al nostro gruppo importanti opportunità di crescita attraverso l'ingresso in nuovi mercati e la possibilità di ampliare la nostra gamma di fluoro derivati", dichiara Lorenzo Di Donato, amministratore delegato di Alkeemia. 

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Saranno rilevati sito e risorse umane

Fluorsid Group, realtà imprenditoriale italiana specializzata nella produzione dei derivati dell'acido fluoridrico con sede nell'area industriale di Cagliari, secondo una nota sarebbe uno dei principali attori sul mercato nazionale e internazionale. Alkeemia subentrerà alla società Solvay Specialty Polymers rilevando l'insieme di tutte le attività e le risorse presenti nel sito. Il termine dell'iter di cessione è previsto entro la metà del 2018, una volta completate tutte le formalità necessarie.

“In Italia, il gruppo chimico belga opera mediante Solvay Specialty Polymers Italy SpA che ha 3 siti: oltre al centro direzionale e ricerca di Bollate, sono presenti stabilimenti a Spinetta Marengo (AL) e Porto Marghera (VE). La società italiana occupa un migliaio di addetti diretti per un giro d’affari, nel 2017, di 852 milioni di euro”, si legge sul sito di Polimerica.

Dura reazione Filctem Cgil

"La Solvay mercoledì sera ha comunicato ai delegati che il sito di Porto Marghera sarà venduto all’azienda Fluorsid  di Assemini, a Cagliari. Apprendiamo con molta preoccupazione la notizia - spiega Davide Camuccio Filctem Venezia -. Prima di tutto perchè il sito di Porto Marghera non è mai stato messo in discussione in questi anni, anzi, è sempre stato considerato dalla Solvay una produzione strategica per gli equilibri produttivi del gruppo. Poi perché la cessione di questi impianti mette in seria discussione il futuro della produzione e del lavoro. Al di là delle rassicurazioni di forma che la società fornisce - dice il sindacalista - c’è da capire quali siano le reali motivazioni per cui Solvay si libera di Porto Marghera, e quali sono le eventuali garanzie di continuità del nuovo acquirente".

Area di crisi complessa

"La scelta di lasciare Porto Marghera - continua Camuccio -  arriva a valle delle decisioni del governo di inserire il sito nell’area di crisi complessa, che dovrebbe facilitare il reinsediamento delle produzioni esistenti. La vendita (svendita?) di pezzi del petrolchimico ad aziende di cui non conosciamo le strategie industriali e il peso economico, mette in forte discussione qualsiasi progetto di rilancio. Già in passato gli addetti Solvay del Veneziano hanno subito un forte ridimensionamento. Oggi ricordiamo che l’impatto occupazionale riguarda 70 lavoratori dipendenti diretti, e altrettanti dell’indotto. La Solvay non è nuova a queste ‘sorprese’ a dimostrazione di relazioni industriali ai minimi termini senza alcun rispetto per la dignità dei lavoratori".

Stato di agitazione

"La Filctem Cgil promette battaglia su ogni punto di discussione - annuncia la sigla sindacale veneziana -. Resteremo in prima linea insieme ai lavoratori fino a quando non avremo le necessarie garanzie di rilancio produttivo e occupazionali. Questa mattina i lavoratori del sito si sono riuniti in assemblea con i rappresentanti sindacali per discutere delle poche notizie ufficiali trapelate dalla Solvay sul pre-accordo di vendita. A dimostrazione della loro preoccupazione - conclude Camuccio - è stato deciso di indire sin da subito lo stato di agitazione da programmare nei prossimi giorni".


 

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