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Martedì, 23 Aprile 2024
Eventi Dorsoduro

Aspettando la Biennale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Riceviamo e pubblichiamo:

"Quando l'arte contemporanea incontra la musica pop-rock. Una rassegna di artisti e giovani cantautori emergenti, all'insegna di una originalità prêt à porter Prende il via sabato 1 aprile 2017, alle ore 17, presso gli spazi della GALLERIA ITINERARTE, Rio Terà de la Carità - Dorsoduro 1046, la rassegna d'arte contemporanea e musica pop-rock "da camera" intitolata "Aspettando la Biennale", con la direzione artistica di Virgilio Patarini e l'organizzazione di Zamenhof Art. Dal 1 al 30 aprile 2017, negli spazi della Galleria fondata da Maria Novella dei Carraresi e collocata proprio accanto alle Gallerie dell'Accademia, un ricco e articolato programma di ben 9 mostre con protagonisti 13 artisti contemporanei, abbinato una mini-rassegna di 4 giovani cantautori pop-rock italiani e con un finale a sorpresa di stampo teatrale. Le mostre (7 personali e 2 tri-personali) spazieranno dal figurativo all'astratto, indagando spesso e volentieri i territori di confine tra i generi e gli stili: tra figurazione e astrazione (Bracci, Urbani De Gheltof, Ferrara), tra fotografia e pittura (Carta), tra astrazione, figurazione e poesia visiva (Patarini, Zilotti). Oppure le possibilità contemporanee di una figurazione (Maruotti, Pavesi, D'Amico) o di una astrazione (Citerni, Bernardi, Mazzella, Fazio) che potremmo definire "2.0". Sul versante musicale, ogni sabato pomeriggio, in concomitanza col vernissage di due mostre simultanee, si esibirà un giovane cantautore italiano in un mini-concerto in acustico, chitarra e voce, in cui presenterà un assaggio di 30/40' della propria produzione originale, per un programma che oscilla tra il pop e il rock, con testi in italiano (Cranchi, Solfrini) e in inglese (Testi, Cipollini). Sul versante teatrale un finale a sorpresa per il finissage della rassegna, domenica 30 aprile 2017. Tutto a ingresso libero. Per l'apertura della Rassegna, sabato 1 aprile 2017, un tris di eventi di grande interesse: alle 17 il vernissage delle due mostre personali dedicate rispettivamente a Anna Urbani De Gheltof e Anna Maria Bracci e a seguire, alle 17,30 il mini-concerto in acustica del cantautore di Enrico Cipollini, che presenta per la prima volta a Venezia brani del suo album di esordio come solista intitolato "Stubborn Hill". Per foto, dettagli e presentazione di ogni singolo evento in programma clicca qui: https://www.zamenhofart.it/aspettando-la-biennale-venezia-2017/ Per vedere dov'è la Galleria clicca qui (google maps): https://www.google.it/maps/place/Galleria+ItinerArte/@45.4309069,12.3254165,17z/data=!3m1!4b1!4m5!3m4!1s0x477eb1cde4a499f7:0xd0e155bc309192c0!8m2!3d45.4309069!4d12.3276052 Qui di seguito: la presentazione dei primi tre eventi simultanei (le due mostre e il concerto) e dei loro tre protagonisti PRIMO "TRIPLICE" EVENTO: sabato 1 aprile 2017, ore 17,30 mini concerto acustico di Enrico Cipollini in concomitanza col vernissage delle due mostre personali parallele di Anna Urbani De Gheltof, Abbagli e colori sulla via del ritorno (Spazio Rio Terà) e Anna Maria Bracci, Tra figurazione e astrazione (Spazio Campiello). Le due mostre saranno visitabili fino al 7 aprile, tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30. Chiuso il lunedì mattina. Ecco una breve presentazione dei tre protagonisti, del concerto e delle due mostre Enrico Cipollini giovane chitarrista, cantante e autore per diverse band come Underground Railroad, Free Jam e Violassenzio, ha di recente intrapreso un progetto solista acustico con il quale ha ultimato il suo primo disco intitolato Stubborn Will. La sua musica è principalmente radicata nel folk, nel blues e nel country. In questa veste ha già ottenuto diversi riscontri positivi aprendo i concerti per diversi artisti fra cui Pulp Dogs (con Vince Pastano e Antonello D'Urso), Paolo Bonfanti, la cantautrice americana Laura Crisci, la band statunitense Hollis Brown e altri. Nell'Agosto del 2015 ha svolto anche alcuni concerti a Londra in diversi locali tra cui the Alley Cated è inoltre stato invitato all'edizione 2015 del festival internazionale Karel Music Expo di Cagliari tenutasi ad Ottobre. Sempre nel 2015 si è aggiudicato il concorso organizzato dal Music Academy di Bologna, guadagnandosi il diritto di suonare a Londra nel prestigioso locale the Bedford il 19 Novembre. Suona e scrive brani originali anche nelle band di cui fa parte come Underground Railroad e Free Jam, spaziando dal rock blues al funk. Con queste band si è esibito per due volte al prestigioso Pistoia Blues Festival oltre a numerosi club e manifestazioni (Imola in Musica, Ferrara Buskers Festival, Naima). Stubborn Will è Il primo album da solista di Cipollini uscito nel luglio scorso e presentato per la prima volta live a Venezia in questa occasione. Dopo diverse esperienze con band come Underground Railroad, Free Jam e Violassenzio, si assiste qui ad un ritorno alle radici del songwriting quasi interamente acustico, dalle influenze folk, country e blues. Nato quasi per gioco come un EP da regalare agli amici Stubborn Will si è trasformato in un vero e proprio album molto velocemente, al passo con l'attività live che ha visto Enrico ottenere subito ottimi riscontri (Karel Music Expo di Cagliari, apertura di diversi concerti per Hollis Brown, Paolo Bonfanti, Veronica Sbergia, Pulp Dogs, Laura Crisci etc.). All'interno del disco i brani si snodano fra quelli più minimali a quelli "full band" dove Enrico si è avvalso della collaborazione di ottimi musicisti come Chiara Giacobbe al violino e voce, Iarin Munari alla batteria, Roberto Catani al basso e Andrea Franchi al violoncello, un viaggio diviso in 13 tappe attraverso generi e stili diversi. Anna Urbani de Gheltof vive e lavora a Padova. Laureata in lettere, ha insegnato materie letterarie nella scuola media. Ha frequentato un corso di specializzazione in Storia dell'Arte presso l'Università di Padova e, per un periodo, la Scuola libera del nudo a Venezia. Il percorso artistico iniziato con lo studio e l'analisi del "reale" si avvicina ora a esercitazioni più astratte, laborioso risultato di una ininterrotta ricerca della sintesi, che si avvale dell'"abbozzo" per conferire a ciascun lavoro dignità di opera "finita", preservandone la vitalità e l'immediatezza. Questa sperimentazione continua ad essere l'orientamento di un impegno indirizzato a scegliere, senza esitazione, come attività elettiva, la pittura, quale espressione intima dell'uso del segno e del colore, per dare forma al sentimento, alla fantasia, al sogno. Sue opere si trovano al "Museo del Vetro d'Arte e delle Terme" di Montegrotto Terme (Padova), alla "Galleria Sciortino" di Monreale (Pa), al Museo dei Colli di Galzignano Terme (Padova) e in collezioni private. Ha partecipato a numerose collettive in Italia ed all'estero e tenuto personali di rilievo, ottenendo segnalazioni da parte della critica. È presente in diverse pubblicazioni e cataloghi a carattere nazionale. Tra le principali mostre più recenti ricordiamo: la personale "Non solo donna" nel 2013 al Museo Internazionale del Vetro d'Arte e delle Terme Montegrotto Terme Padova, la collettiva tematica "Dramatis Personae" a cura di Virgilio Patarini, a Palazzo della Racchetta, Ferrara, nel giugno 2013 e alla Galleria 20 di Torino, nell'ottobre 2013 e poi al Castel dell'Ovo a Napoli dal 15 gennaio al 14 febbraio 2016; la personale "Pazza…d'amore per te" alla Galleria La Rinascente, Comune di Padova, settembre 2013; il Premio " Il Segno " a Palazzo della Racchetta, Ferrara 201; la Collettiva "35 anni di Arte" della Ass. Cult. Città di Padova alle Scuderie di Palazzo Moroni, Padova 2013. Scrive della mostra Abbagli e colori sulla via del ritorno la stessa Anna Urbani de Gheltof: "I lavori esposti in questa occasione sono stati concepiti in treno, "sulla Via del Ritorno", quando da Mestre, dove viveva mia madre, ritornavo nella mia casa, a Padova. Dal finestrino osservavo gli orizzonti di terra e di cielo, pieni di forme, rese distorte e dilatate dalla sua velocità, quasi fosse lui stesso, il treno, a guardare con "i suoi occhi" una natura magicamente in movimento, mentre nello spazio della mia anima, quelle visioni si sommavano ai teneri affetti appena scambiati con l'anziana madre, dopo la giornata trascorsa con lei. Il ricordo dei soli infuocati, dilatati su azzurri al tramonto, hanno trasformato la sequenza di quei viaggi in immagini filtrate da colori in vibrazione e trasparenza, come guizzi di bagliori che "abbagliando", si sono ridefiniti nella dimensione di paesaggi e di volti. Sono nate così le "Astrazioni" presenti in questa esposizione, ma anche i volti femminili che, pur nascondendo lineamenti familiari, descrivono "donne metropolitane" che emergono da città appena accennate sullo sfondo, per vestirsi del rosso del sole e dei colori del cielo, delle nuvole, dei tramonti e dei crepuscoli che, mentre abbagliavano i miei occhi, lasciavano nella mia mente spunti preziosi di creatività. In seguito a questa mia importante esperienza di vita ho scelto di intitolare questo evento: "Abbagli e Colori sulla Via del Ritorno" perché, ora che Lei non c'è più, avverto con forte emozione che le affascinanti fonti di ispirazione di questo mio dipingere sono forse un suo Dono segretamente lasciatomi per sollecitarmi a plasmarle in sorrisi di struggente felicità e di poetica nostalgia. Pertanto, alle opere proprie del tema indicato, ho voluto aggiungere il quadro "La Madre" in ricordo di Lei che è stata per me musa ispiratrice e modella prediletta, un ritratto che appartiene ad un mio ciclo pittorico del passato, ma che esprime tutto l' immutato affetto per Colei a cui questa mostra desidero dedicare". Anna Maria Bracci è nata a San Ginesio nelle Marche. Attualmente vive a Milano dove lavora nel suo Atelier sul Naviglio Grande. Tra le principali mostre personali: nel 1978 alla Galleria "Sant'Ambroeus" di Milano, nel 1983, ancora a Milano, espone le sue opere alla Galleria Valori e, nel 1984 propone una mostra al Circolo Filologico sempre di Milano. Nel 1987 è alla Galleria Bovara di Lecco e, nel 1990 al Centro Incontri di Milano. Nel 1999 porta una mostra alla Basilica di S. Celso a Milano e, nel 2000 è a Sainte Agnes in Francia dove presenta "Les peintres du soleil". Nel 2002 Raffaele De Garda presenta la sua personale alla Fondazione Mantovani di Milano, infine nel 2005 espone le sue opere alla Libreria Mondadori e nel 2006 alla Galleria Mirò di Milano. Tra le principali mostre collettive ricordiamo nel 1973 a Palazzo Isimbardi a Milano, nel 1979 la Biennale d'Arte che si tiene a Palazzo Reale a Milano e, nel 1989 è nella Collettiva Internazionale al Municipio di Montmartre di Parigi. Nel 1996 partecipa alla collettiva al Kunstgalerie-Atelier di Freiburg, in Germania e, nel 1997 e 1998 è in permanenza alla Sojo Art Gallery di Amsterdam. Nel 2007 è presente agli "Archivi del 900" di Milano. Nel 2009 espone le sue opere nella collettiva "Oltre la realtà", che si tiene alla Pinacoteca civica di Imperia, Nel 2010 partecipa a "Post-Avanguardia", che si tiene al Castello degli Estensi a Ferrara, al Castello Malaspina di Massa e al Castello di Carlo V a Lecce. Ancora nel 2010 partecipa alla 5° biennale d'arte di Ferrara nella Sezione "Ut poesi pictura". Nel 2012, partecipa alle collettive "Koinè" e "La via italiana all'Informale: ultime tendenze" che si svolgono entrambe a Palazzo Zenobio a Venezia. Nel 2014 "Corpo/paesaggio informe" al Ferrara Art Festival, Palazzo Della Racchetta, e "Alma mater materia" Complesso Museale Ricci -Oddi di Piacenza. Nota critica: Anna Bracci, Tra Figurazione e Astrazione - "Nella complessità articolata delle composizioni di Anna Maria Bracci c'è una ricerca deliberata e costante di armonia ed immediata semplicità. Sembra un paradosso, ma l'arte della Bracci di paradossi si nutre. E di ossimori, di contraddizioni apparenti. Nulla è lasciato al caso nell'equilibrio dinamico che l'artista marchigiana costruisce attraverso la giustapposizione di forme, materiali e colori differenti, in un gioco calibrato di pesi e contrappesi, e di contrapposizione tra gli opposti (...) Tutto appare in qualche modo 'necessario' e tale impressione è suggerita non solo dall'effettivo equilibrio, ma anche dal fatto che tali composizioni sono sorrette da un disegno deciso che definisce gli spazi, che determina i rapporti tra forme, colore e materia, un disegno spesso evidenziato, sottolineato da un ampio segno nero che talvolta si fa a sua volta campitura d'ombra. Ed è questo segno nero e marcato che suggerisce un'aura tragica a questi mondi sospesi. (...)". Virgilio Patarini"

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