"Le bagnanti", all'Avogaria vanno in scena ansie e nevrosi delle mogli borghesi
Vacanze al mare, il luogo per eccellenza dove le mogli borghesi confessano le proprie nevrosi e ansie. Questo il filo conduttore della piece "Le Bagnanti" che va in scena sabato 3 giugno 2017 al Teatro a l'Avogaria di Venezia. Lo spettacolo, per la regia di Stefano Pagin ed interpretato da Sofia Ballarin, Irene Baldo, Arianna Calgaro, Maddalena Donà, Laura Marcon, Emma Padoan, Chiara Scià, allieve della scuola Giovanni Poli, è liberamente tratto da un celebre racconto di Italo Calvino, "L'avventura di una bagnante".
Siamo in estate a metà anni settanta in una località balneare bagnata dal mar ligure. La spiaggia popolata di belle ragazze. Tempo di bagni e di tuffi. La signora Isotta Barberino, dimenticando, per una volta, il pudore del suo corpo “generoso”, abbandona i panni della "moglie alla buona e casalinga" per indossare un succinto due pezzi alla moda. E si bagna al largo, rilassata. Malauguratamente, le onde del mare le strappano via la mutandina del bikinilasciandola inerme e imbarazzata. Così priva di guscio, spogliata di un carapace stratificato negli anni della sua storia di moglie borghese e italiana, la signora proietta sulla mascolinità o femminilità degli altri bagnanti un primordiale senso di colpa in un altalenarsi di sentimenti, di ricerche di aiuto e ritirate. Scoprirà le sue paure più intime e segrete aspettando, stremata, che qualcuno la “salvi”. Queste della signora Isotta, a mollo e nuda, sembrano ansie piccole e infantili se messe a confronto con le grandi paure attuali. Forse lei è un tipo di donna che oggi non esiste più e forse questa è una storia che non può più accadere.
Ne "Le Bagnanti" protagoniste sono le ansie della signora Isotta che appartengono a tutte le donne: belle, meno belle, rotonde o magre. Le attrici che interpretano diversi aspetti della signora, passano dal vedere e giudicare, al viverne la condizione senza soluzione di continuità. Una condizione universale perché almeno una volta nella vita ogni donna si'e sentita, ma non necessariamente al mare, come la signora Isotta.