Leone d'Oro alla carriera a Francesco Rosi: "Arriva al momento giusto"
Il regista quasi 90enne ha ricevuto la statuetta dalle mani di Giuseppe Tornatore: "Con i miei film ho anticipato quello che sarebbe successo. L'Italia? Gli sforzi di Monti sono encomiabili"
Maestro, maestro: il 'popolo' del festival, quella folla di accreditati 'professionali' che amano il cinema, scrivono sui blog, frequentano la Mostra con lo spirito degli appassionati e si mettono i soldi da parte per comprarsi l'accredito e guardano il film con animo corsaro riconoscono al passaggio Francesco Rosi, oggi Leone d'oro alla carriera a Venezia 69, e lo acclamano.
Fa effetto vedere tanti giovani riconoscere un regista che al cinema non si vede da tanto e neanche spesso in tv. Novant'anni a novembre, Rosi apprezza tanto affetto e ricambia i saluti. Accanto a lui c'é Giuseppe Tornatore che di lì a poco gli avrebbe consegnato il Leone in sala Grande al termine della proiezione del Caso Mattei, sottoposto a un restauro digitale grazie alla collaborazione tra Gucci e The Film Foundation e recuperato in digitale 4K dalla Cineteca di Bologna, presso il laboratorio l'Immagine Ritrovata. Sul red carpet alle 14 per lui si sono notati tra gli altri Luca Argentero e Charlotte Casiraghi.
"L'Italia la vedo oggi come un Paese molto diviso da varie convinzioni contrarie, ma anche finalmente partecipante a tutti gli sforzi che sta facendo il presidente Mario Monti che sono, va detto, encomiabili e che danno la possibilità, se non proprio di avviare l'Italia verso la normalità, ma almeno di contrastare i problemi che l'assillano". Questa l'opinione di Francesco Rosi.
L'autore di film come Le mani sulla città e Il caso Mattei dice di questo riconoscimento negli spazi dell'Ente dello Spettacolo: "ho lo stato d'animo giusto, è un premio che arriva dopo 50 anni di carriera e che arriva al suo scadere". E a chi gli ricorda che ci sono registi come Manoel De Oliveira che a 104 anni sono ancora attivi, risponde con ironia: "De Oliveira è solo uno. E' un regista che amo e sono felice per lui".
Quanto al desiderio di raccontare l'Italia di oggi, spiega soltanto: "Credo che con i miei film ho anticipato quello che sarebbe successo, quindi in un certo senso posso dire che il mio lavoro l'ho già fatto". (Ansa)