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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cinema Lido

Venezia 73, Sophie Marceau consegna il Leone d'Oro alla carriera a Jean-Paul Belmondo

L'attore, icona del cinema europeo è stato premiato in Sala Grande alle 14.30."Un volto affascinante, simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità", le motivazioni del premio

Dopo l’assegnazione del Leone d’Oro alla carriera al grande regista polacco Jerzy Skolimowski, giovedì 8 settembre è stato il gran giorno di un altro protagonista del cinema internazionale, ma nella fattispecie europeo, Jean Paul Belmondo. Proprio dalla 73. edizione della Mostra, infatti, il direttore della kermesse, Alberto Barbera, ha voluto che il prestigioso riconoscimento fosse assegnato “in duplice copia”, uno ad una personalità afferente al settore regia, ed uno a quella della recitazione. Nella Sala Grande del Palazzo del Cinema per l’occasione gremita, ci sarà anzitutto la cerimonia di premiazione e poi, a seguire, verrà proiettato “Le Voleur” (Il ladro di Parigi), in concorso nella sezione “Venezia Classici”.

FILM IN CONCORSO E STAR DELL'8 SETTEMBRE

PROFILO DELL’ATTORE - Icona del cinema francese e internazionale, ha saputo interpretare al meglio l'afflato di modernità tipico della Nouvelle Vague attraverso gli straniati personaggi di A doppia mandata (À double tour, 1959) di Claude Chabrol, Fino all'ultimo respiro (1960) e Il bandito delle 11 (1965, in concorso a Venezia) entrambi di Jean-Luc Godard, o La mia droga si chiama Julie (1969) di François Truffaut. In particolare, impersonando Michel Poiccard/László Kovács in Fino all'ultimo respiro, Belmondo ha imposto la figura di un antieroe provocatorio e seducente, molto diverso dagli stereotipi hollywoodiani ai quali lo stesso Godard si ispirava.

Leone d'Oro alla carriera per Jean-Paul Belmondo e Jerzy Skolimowski
La sua recitazione estroversa gli ha consentito poi di interpretare alcuni dei migliori gangster del cinema poliziesco francese, come in Asfalto che scotta (1960) di Claude Sautet, Lo spione (1962) di Jean-Pierre Melville e Il clan dei marsigliesi (1972) di José Giovanni, ottenendo un enorme successo popolare con i molti film successivi, da L'uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca a Il poliziotto della brigata criminale (1975) di Henri Verneuil, da Joss il professionista (1981) di Georges Lautner a Una vita non basta (1988) di Claude Lelouch. "Un volto affascinante, una simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità - ha dichiarato il direttore Alberto Barbera nella motivazione - che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di semplice intrattenimento".

 

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