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Luci, musica e 101 disegni inediti, inaugura "Sonnets of Babylon"

L'esposizione dell'architetto Daniel Libeskind al padiglione Venezia della Biennale stupisce grazie a grafiche innovative e geometrie asimmetriche

È un’enorme scultura dalla forma asimmetrica, una “X” alta più di cinque metri posta all’esterno del padiglione Venezia a dare il via alla linea immaginaria che attraversa il percorso di “Sonnets of Babylon”, la mostra ideata dall'architetto Daniel Libeskind in occasione della 14esima Mostra Internazionale di Architettura - la Biennale di Venezia. L’inaugurazione dell’esposizione è avvenuta venerdì pomeriggio, alla presenza – tra gli altri - dell'assessore comunale alle Attività culturali, Angela Giovanna Vettese, del prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, del commissario del Padiglione Venezia, Madile Gambier, del curatore, Renzo Dubbini, e dello stesso Libeskind.

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L'ESPOSIZIONE - Il progetto di Libeskind per il padiglione Venezia è una meditazione sulle origini e sul destino della forma architettonica: consiste in una serie di 101 disegni inediti, creati a mano con penna e acquarello con tonalità seppia mista a fondi di caffè, serigrafati su lastre di vetro di grandi dimensioni e disposti intorno alla parete curva del padiglione, in sinergia con la sua geometria, in modo che la luce venga riflessa e rifratta tra le superfici. Il percorso è poi completato dall’elemento musicale: se infatti i disegni raffigurano un disgregamento di forme che evocano favelas, città futuristiche, parti meccaniche, ma anche parti del corpo umano, la composizione in sottofondo ripropone suoni dell’oceano, delle città, delle persone.

Biennale Architettura: "Sonnets of Babylon"

I COMMENTI - “È una passeggiata quella che ci offre Daniel Libeskind – ha commentato Vettese - un itinerario, un viaggio che segue la natura liquida della città, la sua natura di frammento, le sue fratture, le sue rotture, le sue ferite. Un percorso che però ci spiega anche, come sempre accade nella poetica di Libeskind, che da ogni ferita nasce una cicatrice, che aiuta a creare un corpo migliore e un insieme senza il quale non potremmo godere della stratificazione della storia stessa. Questo padiglione Venezia è un modo per farci vedere come la vita non sia perpendicolare: la vita è sempre fatta di momenti di necessario combinarsi di circostanze difficili, ma al contempo la nostra forza viene dimostrata nel riuscire a dare un senso unitario a tutta questa molteplicità. Dietro alle diverse rappresentazioni disegnate vi è una struttura che non c’è più, ma che si fa sentire. È come se la logica non ci fosse più, ma sotto sotto in realtà agisse in noi e ci desse una speranza progettuale per il domani”. 
L'allestimento del padiglione è completato da una serie di 86 fotografie ispirate da Venezia e in dialogo con i “Sonnets”, che sono state realizzate da un gruppo di studenti dello Iuav. A loro Libeskind ha chiesto di scegliere un disegno della serie, di tenerlo a mente nel camminare e riscoprire la città e di saper cogliere l’inaspettata coincidenza tra il disegno e la realtà dello spazio fisico.

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