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Cultura Jesolo

Jesolo nel 1400 e non solo: 50 antiche mappe impreziosiranno il Museo di Storia Naturale

Mappe navali, cartografie storiche o geografiche: tra le iù importanti una che testimonia lo stato dei porti di Venezia e l'isola di Sant'Erasmo nel 1350

Ricostruzione del passato. Il Museo di Storia Naturale di Jesolo ha recentemente acquistato una serie di antiche mappe navali o cartografie storiche e geografiche che riguardano il litorale dell'alto Adriatico ed in particolare la città di Venezia, la sua laguna e limitrofi comuni.

Di particolare importanza è una mappa dello stato dei porti di Venezia e dell'isola di Sant'Erasmo risalente al 1350, ed un'altra successiva più aggiornata del 1410. Ma sicuramente quelle che hanno suscitato maggiore attenzione e curiosità nei responsabili del museo jesolano sono quelle risalenti al 1641, che già ben evidenziano la località di Cavazuccherina, il porticciolo di Cortellazzo, il canale Caligo, gli insediamenti di Cà Fornera ed il comprensorio vallivo di Lio Maggiore.

Alcuni di questi documenti necessiterebbero di un intervento di restauro, che sarà motivo di attenta valutazione, altre ancora, più recenti, risalenti al 1700-1800 sono finemente ritoccate con acque tinte e hanno un aspetto visivo sicuramente di grande suggestione, anche artistica oltre che storica. I circa 50 pezzi sono al momento al centro di attenzione per capire le modalità più idonee e sicure di esposizione e valorizzazione nella nuova, erigenda sede museale.

Il Museo Civico di Storia Naturale di Jesolo non è nuovo a importanti acquisizioni, basti ricordare quando nel 2012 riuscì, ad un'asta a Firenze ad acquisire gran parte della biblioteca e pinacoteca del noto editore fiorentino Enrico Vallecchi. Migliaia di volumi a carattere faunistico e venatorio, non solo in lingua italiana ma anche inglese, francese e tedesca. Oltre 500 opere pittoriche del noto illustratore Roberto Lemmi e di altri artisti vicini alla famiglia Vallecchi.

Il direttore dell’istituto Roberto Basso ha sempre affermato con convinzione che i musei devono essere elemento di continua ricerca e studio sul territorio di quei beni che altrimenti potrebbero finire dispersi o deteriorati da inidonee modalità conservative. Egli lo ritiene un atto dovuto e prioritario, affinché il patrimonio storico italiano, anche quello più originale, possa conservarsi ed essere motivo di godimento per i turisti e appassionati di storia dell'arte e non solo.

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