Etnoborder, nuova rassegna Veneto Jazz alle Sale Apollinee: in scena Amine e Hamza 5tet
Primo appuntamento di Etnoborder, la nuova rassegna firmata da Veneto Jazz per raccontare ed esplorare le diverse declinazioni della musica etnica contemporanea. Grazie a questa rassegna, le Sale Apollinee del Teatro La Fenice, il Museo di Palazzo Grimani e il T Fondaco dei Tedeschi saranno teatro di concerti di sonorità mediorientali, indiane e persiane, per fondersi con la musica classica occidentale, le sfumature del jazz e del flamenco, i ritmi dell’Africa. Oud, kanoun, tabla, gadulka, zarb gli strumenti che il pubblico potrà apprezzare, insoliti e affascinanti, soprattutto se in dialogo con gli strumenti della tradizione occidentale e nelle mani di musicisti esperti ed aperti alle culture del mondo.
Amine e Hamza 5tet
In scena domenica 21 gennaio 2018 alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice il quintetto guidato dai due giovani fratelli tunisini Amine M'raihi (oud) e Hamza M'raihi (kanoun), con il violinista indiano Baiju Bhatt, il sassofonista svizzero Valentin Conus e il suonatore di tabla indiano Prabhu Edouard.
Le influenze
Accomunati dalla passione per gli strumenti a corda della tradizione musicale araba, grazie al loro virtuosismo hanno sviluppato uno stile autonomo che incrocia in maniera dinamica e personale la musica tradizionale del loro Paese con sfumature di musica classica occidentale, jazz, flamenco, musica tradizionale indiana, persiana e di molte altre tradizioni.
Amine e Hamza, diplomati in musica orientale, hanno ottenuto il premio nazionale di oud, il liuto arabo, e kanoun, strumento a corde pizzicate come il salterio.
A dispetto della loro giovane età (sono nati rispettivamente nel 1986 e 1987), sono apparsi nei più prestigiosi teatri del mondo, tra cui il Kennedy Center di Washington, il Cairo Opera House, il Teatro della Medina Beirut Festival di Cartagine, Fierra Mediteranea in Spagna, il Festival di musica orientale in Danimarca, il World Festival araba di Montreal, Cully Jazz e Jazz di Montreux in Svizzera. Suonano sia composizioni classiche che originali, riferendosi alla musica arabo-andalusa che nelle diverse aeree del Maghreb acquisisce particolarità espressive e nomi differenti. In Tunisia e Libia si chiama maluf e le origini di questo stile vanno ricercate nell’occupazione araba della penisola iberica. I due fratelli stanno sviluppando una nuova tecnica per oud e kanoun che unisce le diverse influenze della musica orientale, rispettandone gli aspetti di meditazione e improvvisazione. L’ultimo album “Fertile Paradoxes” (Arc Music/ Mars 2017 è in vetta alle classifiche internazionali di world music.