Giostre che incantano da oltre un secolo: a Mirano la mostra "I luoghi dell'altrove"
Dal 3 al 18 novembre, nelle sale di villa Morosini "XXV Aprile", nel parco di Mirano, la Pro Loco locale propone la mostra "I luoghi dell'altrove", realizzata dal Museo storico della giostra e dello spettacolo popolare di Bergantino. L'inaugurazione è sabato 3 novembre alle 17.30.
L'esposizione ricostruisce il percorso storico che, partendo dall’antica fiera mercantile, è giunto al moderno luna park. Le fiere nascono attorno all'anno mille: il buio del medioevo viene illuminato dalla ripresa della vita sociale ed economica, le strade sono nuovamente affollate dai mercanti e all’incrocio delle principali vie nascono le fiere commerciali: legate a feste religiose e patronali, subito diventano uno spettacolo di folla, personaggi curiosi, artisti. Nel Settecento le attrazioni e gli spettacoli diventano protagonisti della piazza, che da mercato evolve in parco divertimenti con la comparsa delle prime giostre. A partire dagli inizi del Novecento, le nuove fonti di energia, i materiali e le conquiste tecnologiche trasformano il parco divertimenti in una nuova realtà dominata dalla macchina: il luna park.
Tutto questo verrà raccontato con 40 tabelloni disposti nelle varie stanze della villa e con filmati proiettati a ripetizione all'interno di una saletta.
Tanti pezzi di modernariato ci ricorderanno quel mondo, dall’organetto di barberia a parti di giostra e luminarie varie. Altra chicca sarà la mostra fotografica allestita sempre in una stanza di Villa Morosini. La mostra, prestata dalla Provincia di Rovigo, è intitolata "L'industria dei sogni": tramite le foto, racconta l’evoluzione nel tempo di alcune delle più impostanti giostre. Il periodo analizzato è quello dell’origine più recente, legata alle esposizioni industriali della fine dell’800, primi ‘900, da quando cioè prende piede la moda dei giochi meccanici e la corsa alla realizzazione e al perfezionamento di elementi sempre più elaborati e stupefacenti.
All'inaugurazione sarà presente il professor Tommaso Zaghini, curatore della mostra e direttore del Museo di Bergantino.