Il "Gabbiano" di Anton Checov al Teatro Goldoni
Mercoledì 27 alle 20.30 e giovedì 28 gennaio alle 16.00 la Stagione di Prosa 2015-2016 del Teatro Goldoni di Venezia prosegue con una produzione di LuganoInScena che ha debuttato a fine 2015: Gabbiano, uno dei drammi più noti e rappresentati di Anton ?echov, con la regia di Carmelo Rifici, nuovo direttore artistico di LuganoInScena e direttore della Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Gabbiano - tra i più celebri esempi di “teatro nel teatro” - vede sulla scena un giovane teatrante pieno di dubbi sulla necessità del fare teatro oggi, un famoso scrittore che si interroga sulla necessità o meno di scrivere, una giovane ambiziosa che sogna il successo, una donna di successo che non sogna, un’umanità che desidera essere personaggio, personaggi che si specchiano in un lago che mostra la loro misera umanità.
In Gabbiano tutti i personaggi si rappresentano, anzi sono tutti ossessionati dalla rappresentazione. Si impegnano a vivere una vita che non è la loro e tentano di eternarla, di renderla un presente continuo. Non sarà perché tentano disperatamente di fermare la vita e il bloccare dentro di loro il sinistro desiderio di voler uscire, volare via per fare parte di qualcosa di più grande? Kostantin, nel suo testo, parla di un’anima universale che tutto ingloba; il medico Dorn parla del destino dell’umanità di ricongiungersi, prima o dopo, ad un tutto. Nina dice: “pensano che io voglia fare l’attrice, ma io sono attratta dal lago, come un gabbiano”. “Anche lo spirito è fatto di materia”, dice il maestro Medvedenko.
Teatro e mistero, verità e sogno. Non a caso i protagonisti sono attori, scrittori, registi, e l’umanità che gira intorno a loro, fatta di contadini, di lavoratori, non sogna altro che essere attori e scrittori. Ossessione della rappresentazione di sé. I personaggi recitano su un palcoscenico che si specchia in un lago che mostra a sua volta la loro misera umanità e l’incapacità di volare in alto. Il lago li attrae verso il basso.
Lo spettacolo nasce dopo la nomina di Carmelo Rifici a direttore del Teatro di Lugano: egli si trova nella straordinaria condizione di inaugurare un nuovo teatro che si specchia nel lago della città, proprio come Kostantin che inizia la sua avventura di scrittore costruendo un teatrino sulla riva del lago di casa. Il teatro si chiama Lac, che in francese significa lago.