Mostra di Riccardo Paternò, "Spirito urbano e landscapes metropolitani"
Cultore di una bellezza che ha radici antiche nelle terre di Sicilia, Riccardo Paternò Castello, formatosi nelle Accademie di Belle Arti di Roma, Firenze e Brera, è artista inquieto e versatile, il suo repertorio non imbrigliabile in ambiti fissi. Pittore, manipola, segna, tramuta la forma in intensità viva di significante e significato, restando libero di spaziare in generi diversi, dal ritratto alla natura morta e dal figurativo all'astratto, con transitorie incursioni o assidue frequentazioni - durevole e fuggente sono aspetti complementari di un'unica intensità di sentire- nella costante sperimentazione di tecniche (fotografia, disegno e pittura) e materiali (carta, tela, matite, gessetti o oli).
Con Spirito urbano/Landscapes metropolitani inventa ritratti senza tempo di città. Smaterializza le superfici, ripensa lo spazio con una visione dall'alto e, attraverso un codice linguistico personale di segni che si accostano e si incastrano come moduli in un puzzle, reinventa piani urbani che affiorano, sorgono, venendo in superficie con la forza espressiva di monumenti cartografici. L'imago urbis così pianificata nasconde un meccanismo di provocazione visiva. Lo spazio, leggero, rivelazione luminosa del nero su bianco o della sanguigna sul nero, brulica di segni.
È tessuto di comunicazione su cui, ineludibile, pesa un'assenza: dove la struttura si fa luogo non ci sono storie che fanno la storia, nessuna concessione all'umanità e al 'peccato del fare'. Artefice e artificiere (le sue opere sono tutt'altro che innocue) Riccardo Paternò Castello forgia lo spirito delle sue città, Milano, Parigi o Venezia che, innervate di strade, restano sospese, colte nell'attimo in cui ogni perfezione rischia di implodere o deflagrare. La solitudine impregna ogni visione urbana e cede a una malinconia potente e dolcissima. In attesa che tutto possa cambiare. O che tutto resti così.