Hiroshige. Da Edo a Kyoto a Palazzo Grimani
Dal 20 settembre il Museo di Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa espone l’intero corpus di xilografie policrome di uno dei più conosciuti artisti giapponesi, Utagawa Hiroshige (1797-1858), prezioso materiale conservato presso il Museo d’Arte Orientale di Venezia. La mostra Hiroshige. Da Edo a Kyoto: vedute celebri del Giappone. La collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia presenta le più note e amate immagini del grande interprete dell’ukiyoe (immagini del mondo fluttuante, della vita che passa), indiscusso maestro del paesaggio, uno dei più grandi protagonisti dell’arte giapponese di tutti i tempi, definito il “cantore della natura”. A fine Ottocento l’arte di Hiroshige affascinò e conquistò l’Europa, i pittori impressionisti e soprattutto Van Gogh, che replicò a olio due delle xilografie presenti in mostra, I pruni di Kameido e il celeberrimo Acquazzone improvviso sul ponte ?hashi ad Atake.
Dopo la mostra monografica delle opere di Hokusai al Museo d’Arte Orientale nel 2013, prosegue con questa esposizione l’impegno della Soprintendenza a far conoscere stampe e libri della collezione veneziana: quasi 20.000 stampe, tra le quali quelle realizzate da Hiroshige sono oltre 400. La mostra, prodotta da Venezia Accademia, è in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto ed ha il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma e del Consolato Generale del Giappone a Milano.
Il percorso espositivo comprende soprattutto opere del periodo maturo dell’autore, a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento. Tra queste le serie dei Racconti illustrati dell’antica Edo, il Confronto dei cento poemi scelti dai cento poeti a Ogura, le Immagini della storia dei Soga e la notissima Goj?san tsugi meisho zue del 1855, conosciuta come T?kaid? verticale, ovvero le vedute delle 53 stazioni del T?kaid?, la strada che congiungeva Edo (antico nome di Tokyo) a Kyoto lungo la costa, ed infine la raffinatissima ultima serie realizzata dall’artista nel 1858, Le trentasei vedute del Fuji.
Di altissima qualità e assoluto pregio è la raccolta di Cento vedute di luoghi celebri di Edo, capolavoro della maturità dell’artista, composta lo stesso anno della sua morte e nella quale egli sperimenta le tecniche più raffinate dell’incisione xilografica.
In mostra è testimoniata anche la frequente collaborazione con altri artisti della scuola Utagawa, come i grandi maestri Kunisada e Kuniyoshi, con i quali collabora al progetto Le cinquantatré stazioni del T?kaid? (T?kaid? goj?san tsugi) nel 1845: un abbinamento di luoghi famosi con personaggi e leggende resi celebri dai drammi del teatro kabuki. Ancora, con Kunisada, Hiroshige collabora alla serie Le cinquantatré stazioni [del T?kaid? disegnate] a due pennelli (S?hitsu goj?san tsugi) tra il 1854 e il 1857, nella quale i due artisti si dividono lo spazio di uno stesso foglio per disegnare uno le figure in primo piano (Kunisada), l’altro i paesaggi sullo sfondo.
A Palazzo Grimani saranno esposte anche alcune rarità, come i trittici Bassa marea a Shinagawa (Shinagawa shiohi no zu), Parodia: la longevità di Genji (Mitate Genjibana no kotobuki), Otto parodie: notte di pioggia a Gion (Mitate hakkei: Gion hayashi yosame). In queste composizioni l’artista si confronta con generi per lui meno abituali, quali le figure femminili o i temi storico-leggendari.