"Igor molin. in the light"
Riceviamo e pubblichiamo "Mostra personale di Igor Molin Per il poeta Eugenio Montale il meriggio era quel momento nell'arco della giornata fatto di "silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano tradire il loro ultimo segreto". Igor Molin ritrae i propri personaggi - semplici turisti della laguna veneta, persone comuni o ragazzini intenti a giocare per strada - in questi istanti, dove il sole a picco sull'esistenza umana sembra sul punto di svelare una verità definitiva. Attraverso composizioni realizzate con una rigorosa sintesi di elementi compositivi, Molin fissa con occhio fotografico gli attimi di crisi dell'uomo contemporaneo, quando tutte le apparenze della società delle immagini e le artificiosità del turismo di massa cadono sotto il sole spietato della canicola. La mostra a cura di Gabriele Salvaterra, ospitata alla Melori & Rosenberg Art Gallery di Venezia, presenta opere pittoriche e grafiche frutto della recente produzione di Igor Molin. Il progetto, accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo, propone una riflessione sullo sfruttamento a cui vengono sottoposti i luoghi, tanto più significativa se contestualizzata nel capoluogo veneto in concomitanza con il richiamo mondiale dell'evento-Biennale. Di fronte alla luce abbacinante del meriggio e su uno sfondo minimalista che riprende i colori e le geometrie di Burano vengono messi in questione i delicati rapporti tra autenticità di un luogo e sua omologazione turistica, tra lentezza e rapidità nelle esperienze di vita, tra profondità auspicata e superficie imposta a cui sembra costretto l'uomo di oggi. Sempre in questa netta luce in cui le ombre assumono le sembianze di presenze metafisiche, Molin ambienta la sua ultima produzione, incentrata sulla memoria di esperienze che caratterizzavano l'infanzia di ciascuno solo pochi decenni fa. Nei giochi di una volta e nel trasporto ingenuo dei bambini in attività preziose perché "inutili", sembra essere indicato un possibile antidoto alla fretta e alla genericità con cui l'uomo contemporaneo si accosta ai luoghi e alla vita".