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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Jaša mrevlje pollak 
utter. the violent necessity for the embodied presence of hope 
9/5—23/11 15

JAŠA, 
UTTER. The violent necessity for the embodied presence of hope

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

"UTTER. The violent necessity for the embodied presence of hope" è il titolo dell'inedito connubio tra architettura e performance che l'artista JAŠA presenterà nel Padiglione Sloveno. L'architettura, intesa come una materia duttile e viva, rappresenterà una costante sorpresa per i visitatori, che si troveranno coinvolti, per tutta la durata della Biennale, in performance multi-sensoriali attivate dall'artista e dai suoi collaboratori.

L'opera assume la dimensione di un laboratorio aperto in cui nulla è statico e chiuso e dove l'arte traduce lo spazio in un luogo di produzione in costante trasformazione, ricordando l'Abstract Cabinet di El Lissitzky. L'idea di base è la creazione d'infinite variazioni del rapporto tra pubblico e artista, entrambi inclusi all'interno di un'installazione che può essere definita come un'"architettura di azioni". L'intera area del Padiglione Sloveno si trasformerà in una piattaforma per diverse discipline creative - come letteratura, fotografia, architettura, scultura, pittura, installazioni luminose, recitazione, canto, musica - coniugate insieme in un'opera organica.

Il progetto verrà strutturato secondo un programma che prevede un'alternanza settimanale di differenti azioni performative per tutta la durata della Biennale.

Attraverso il movimento di corpi, la collisione di oggetti, la recitazione di testi e l'associazione di suoni, la performance in sé diventa musica: UTTER è un'orchestrazione dinamica.

In una società che tende a esternare ogni cosa nello spazio pubblico, l'opera di JASA vuole indurre a ripensare la propria sfera privata, le proprie fantasie e sentimenti. Come osserva il filosofo Slavoj Žižek, la condivisione della propria dimensione privata, dilagante nell'epoca contemporanea, manca di autenticità, apparendo il più delle volte come una pura messa in scena. L'ambizione di UTTER è dunque quella di trasportare nuovamente la nostra autentica vita emotiva nella sfera pubblica, creando un'esperienza di unità e coesione collettive.

Il progetto a cura di Aurora Fonda e Michele Drascek, sarà presentato dal Padiglione Sloveno, in collaborazione con Galleria d'arte di Maribor, il Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia e WEARE Production, in occasione della 56° edizione della Biennale di Arti Visive di Venezia.

JAŠA (Mrevlje-Pollak) nasce a Lubiana nel 1978, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente vive e lavora tra Lubiana e New York. Il suo lavoro è frutto di una costante interazione tra diversi livelli espressivi, quali architettura, poesia e performance. L'intreccio, sempre presente nel suo operato artistico, tra lo spazio architettonico plasmato e reinventato dall'artista ed azioni performative conduce al coinvolgimento del pubblico in un'esperienza unica e dal forte impatto emotivo.
Sin dagli anni della formazione accademica ha partecipato a diverse mostre personali e collettive acclamate dalla critica internazionale tra cui: CRYSTAL C, Pioneer Works, New York,(2014) ULTRA HEATED HEARTS, Pioneer Works, New York (2014); CLOUD TAILOR (progetto di Jyrki Riekki & JAŠA), Sinne Gallery, Helsinki (2013) FATHER & SON / DRAWING A LINE THROUGH THE CLOUDS OF MYTH, a cura di Michele Drascek, Museum of Modern Art, Ljubljana (2013) THE LOVEST, Museum of Modern Art, Ljubljana (2013) APNEA'S RHAPSODY, On Stellar Rays Gallery, New York (2012) SINGLE ride out while touching the sky, A+A, a cura di Juan de Nieves Venice (2012) FRIENDLY WAR (project: JAŠA & Jyrki Riekki), Kibla, Maribor; BLOOM, Jeromo Zodo Contemporary Gallery, Milano (2011); TO BE MODERN, Spiga 2 -Dolce & Gabbana, Mlano (2011), DOLPHIN'S DREAM, Viafarini, Milano (2011); BIG KISS…(for the stranger) parte del progetto X-OP-ART (in collaborazione con Rasmus Hedlund), Maa space, Helsinki (2010); TIME TO BECOME POETS (progetto di Mark Požlep & JAŠA) parte di: The Branch, Sextan et plus, La Friche Belle de mai, Marseille (2009); AGAINST THE HISTORY FOR A BIT OF GOOD OLD LOVE (progetto di Mark Požlep & JAŠA), Center of Contemporary Art, Celje (2008).

Curatori:
Aurora Fonda e Michele Drascek
Commissario:
Simona Vidmar
Producer:
Galleria d'Arte Maribor
Il progetto è stato sostenuto da:
Ministero della Cultura sloveno
Project manager:
WEARE Production
Producer e direttore artistico:
Rosa Lux
Stratega:
Ayal Brenner
Redattore testi:
Aimee Walleston
Ufficio stampa:
Jure Kirbiš
Collaboratori :
Junzi (performans e suono)
Michele Drascek (performance)
Meta Grgurevič (contributo artistico ed elementi cinetici)
Kuno Mayer (progetto architettonico)
Bowrain (musica)
Etan Nehcin (testi)

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