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Mostre Dorsoduro / Dorsoduro, 3488

Una ferita ancora aperta nel cuore d'Europa: in 21 scatti tutta la tragedia di Auschwitz

Inaugurata nella sede della Fondazione Venezia di rio Novo una mostra fotografica con le immagini del libro "Al termine del binario: Auschwitz" di Aldo Navoni e Federica Pozzi

La scritta “Arbeit Macht Frei”, i confini segnati da chilometri di filo spinato, gli edifici robusti e le rovine, quel che resta dei forni crematori, i binari della “ferrovia della morte”, ma anche valigie con incisi i nomi dei deportati, una montagna di scarpe e un cumulo di protesi appartenute ai prigionieri. Sono solo alcuni degli ambienti e dei soggetti ritratti nelle fotografie, realizzate da Aldo Navoni, che la Fondazione di Venezia ha raccolto nella mostra “Al termine del binario: Auschwitz” e che, dal 22 marzo al 12 aprile, dalle 9.30 alle 17, ospita nella sua sede di Dorsoduro con ingresso libero.

La mostra “Al termine del binario: Auschwitz"

Attraverso 21 scatti, in bianco e nero, l’esposizione propone l’esperienza del viaggio nel campo di concentramento al nord della Polonia così come è stato lasciato dai nazisti e come appare oggi ai visitatori, con un costante rimando alle immagini della Shoah che sono oggi parte della memoria collettiva. Le immagini sono tratte dal volume “Al termine del binario: Auschwitz” di Aldo Navoni e Federica Pozzi, edito da La Toletta Edizioni e pubblicato, lo scorso gennaio, con il sostegno della Fondazione di Venezia. Nato dalla visita dei due autori al campo di sterminio nazista più noto d’Europa e dalla curiosità di vedere, con i propri occhi, la realtà del campo, il libro è un documento iconografico in cui immagini e riflessioni accompagnano il lettore proprio nel luogo in cui trovarono la morte milioni di persone.

"Fondazione di Venezia ha voluto aprire le sue porte a questa mostra e al pubblico - dichiara Giovanni Dell’Olivo, direttore della Fondazione di Venezia - perché coglie il valore storico-sociale del racconto e della testimonianza per la comprensione degli avvenimenti storici. Il libro racconta attraverso le immagini, forti e impattanti, del campo di Auschwitz oggi, la barbarie compiuta ieri. In una città la cui storia è stata particolarmente segnata da questa pagina dolorosa, operiamo per la formazione e la crescita del capitale umano. Da qui il nostro impegno nel portare nelle scuole veneziane il volume di Navoni e Pozzi, perché tutti i ragazzi, parafrasando i due autori, possano incontrare la storia con la S maiuscola con i loro occhi e non solo attraverso la lettura dei più convenzionali testi didattici".

"Visitare Auschwitz e fare questo lavoro - spiegano Aldo Navoni e Federica Pozzi, autori del testo - è stato per noi non solo un viaggio nella Storia con la S maiuscola ma anche l’occasione per un’importante riflessione personale che ci ha portati a studiare quanto accaduto nel campo di Aushwitz e negli altri lager nazisti in Europa. La nostra riflessione si è via via spostata dal luogo all’uomo. Le immagini realizzate si pongono quindi come ponte fra la storia e le storie, fra ieri e oggi".

"Per La Toletta Edizioni – afferma Giovanni Pelizzato, titolare della Libreria Toletta - è stata una felice esperienza quella di collaborare con Fondazione di Venezia alla pubblicazione di questo libro a partire dalla scelta del tema, con il suo fortissimo richiamo alla perpetuazione della memoria attraverso le immagini, e ancor più attraverso la diffusione, capillare, presso gli studenti dell’ultimo anno delle superiori. Un simbolico passaggio di testimone ancor più significativo in un momento storico che vede riaffermarsi l'indifferenza, la diffidenza e l’odio per il diverso".

"Sono molto contento - commenta Riccardo Calimani, storico e scrittore - che la Fondazione di Venezia abbia preso una decisione meritoria, intrisa di alto valore civile e sensibilità politica, di distribuire nelle scuole il libro di Pozzi e di Navoni. In questo modo il libro arriverà ai genitori, alle famiglie e potrà favorire al loro interno un momento di riflessione e di dibattito autentico su un passato terribile che non bisogna dimenticare proprio perché non deve mai ripetersi una simile tragedia. L'iniziativa è originale, intelligente e merita attenzione in un momento politico come quello che stiamo vivendo caratterizzato da rigurgiti xenofobi e da razzismi vaganti".

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