Venezia capitale dell'arte, ritorna anche "Muve contemporaneo"
Ritorna ”MUVE Contemporaneo”, seconda edizione della ricca rassegna ideata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, che pone i linguaggi dell’arte contemporanea al centro dell’offerta espositiva dei musei veneziani in concomitanza con la Biennale d’Arte.
L'EVENTO. Dalla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro al Museo Correr, da Palazzo Fortuny a Ca’ Rezzonico, da Palazzo Ducale a Palazzo Mocenigo fino al Museo del Vetro e del Merletto, grandi eventi e performance con i protagonisti dell’arte di oggi animeranno le sedi museali della Città accanto alle mostre dedicate all’antico e al moderno, confermando la volontà della Fondazione, con la presidenza di Walter Hartsarich e la direzione scientifica di Gabriella Belli, di puntare a un sistema aperto alle contaminazioni dei linguaggi, al dialogo fra le arti e al confronto tra passato e presente; consapevoli che è irrinunciabile responsabilità dei musei civici mantenere viva l’attenzione anche sulla contemporaneità per comprendere la realtà in cui viviamo. Dal 6 maggio l’attenzione si concentra sull’arte di oggi, con le molteplici iniziative di MUVE Contemporaneo.
LE MOSTRE. A inaugurare la rassegna non poteva che essere la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, luogo per antonomasia dedicato al Novecento e ai suoi sviluppi, presentando nei suoi grandi saloni il tributo a uno dei massimi maestri della contemporaneità scomparso da pochi anni: Cy Twombly (Lexington, Virginia, 1928 - Roma, 2011). Resa possibile grazie alla collaborazione della Cy Twombly Foundation di New York e al supporto della Gagosian Gallery, curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith, la mostra Cy Twombly, Paradise (6 maggio – 13 settembre) si propone come un percorso iniziatico che attraversa sessant’anni del lavoro dell’artista statunitense e della sua straordinaria creatività, ricca di visioni e richiami, in cui l’arte è quel “paradiso terrestre” dove le esperienze e le emozioni del passato sono recuperate e magistralmente trasfigurate nel presente. Sarà invece Jenny Holzer, l’artista concettuale statunitense Leone d’Oro alla 44. Biennale del 1990, protagonista della mostra War Paintings ospitata - in collaborazione con la Written Art Foundation di Francoforte - nella sala delle Quattro Porte al Museo Correr, dal 7 maggio al 22 novembre: un evento collaterale della 56. Biennale di Venezia. Il Museo Fortuny proporrà invece dal 9 maggio al 22 novembre, negli ambienti evocativi di Palazzo Pesaro degli Orfei, la mostra Proportio. Frutto del lavoro di un comitato scientifico internazionale composto da scienziati, filosofi, musicisti, architetti, storici e storici dell’arte, coordinato da Axel Vervoordt e Daniela Ferretti, la mostra indagherà quella che in un trattato di Luca Pacioli, illustrato da Leonardo e stampato a Venezia nel 1509, venne chiamata “divina proporzione”, ovvero quella proporzione geometrica scoperta dai pitagorici e definita da Euclide che è simbolo dell’armonia dell’Universo: un numero irrazionale che fin dai tempi più antichi fu considerato il numero della proporzione divina (o sezione aurea), capace di donare a tutte le cose la loro dimensione armonica. Dalla geometria all’architettura, dalla pittura alla musica, alla natura, l’uomo ha dunque costruito e rappresentato il mondo seguendo una formula algebrica, utilizzando il numero d’oro 1,618 “trascendente e irrazionale”, per approssimarsi all’armonia assoluta delle cose. Una sfida affascinante questa mostra, che coinvolge grandi artisti della scena internazionale contemporanea – tra i quali Marina Abramovic, Anish Kapoor, Massimo Bartolini, Rei Naito, Michael Borremans, Izhar Patkin, Maurizio Donzelli, Otto Boll, Francesco Candeloro, Riccardo De Marchi e Arthur Duff - cui sono state espressamente commissionate opere sul tema, esposte accanto a lavori di Ellsworth Kelly, Sol Lewitt, Alberto Giacometti, Carl André, Agnes Martin, Fausto Melotti, Mario Merz e Ad Ryman, ma anche a reperti egizi, a una serie di dipinti architettonici degli antichi maestri olandesi, uno splendido ritratto di Botticelli e una scultura monumentale di Antonio Canova.