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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Dopo 4 secoli il museo di Palazzi Grimani ritrova le "sue" statue classiche

La mostra sarà visitabile da domani, 7 maggio 2019, fino al 30 maggio 2021

La collezione torna a casa pro tempore. Daniele Ferrara, direttore del Polo museale del Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, sono i curatori di Domus Grimani 1594 - 2019, l’eccezionale mostra che celebra, dopo oltre quattro secoli, il ritorno a Palazzo Grimani della collezione di statue classiche appartenuta al patriarca di Aquileia Giovanni Grimani.

La collezione

Conservata nel palazzo di famiglia a Santa Maria Formosa fino alla fine del 1500, la collezione fu poi donata alla Serenissima Repubblica di Venezia proprio per volontà di Giovanni dopo la sua morte. L’esposizione, presentata oggi alla stampa, aprirà al pubblico il 7 maggio 2019 in concomitanza con la vernice di Biennale Arte e rimarrà visitabile fino al 30 maggio 2021. Prodotta da Civita Tre Venezie, l’operazione è stata insignita della medaglia del presidente della Repubblica ed è resa possibile grazie al sostegno di Venetian Heritage, di un donatore anonimo, della Helen Frankenthaler Foundation di New York e Gagosian.

La mostra

Il fulcro di Domus Grimani 1594 - 2019 è la ricostruzione di uno dei più significativi episodi della museologia europea, la Tribuna del patriarca Giovanni, ancora integra nella sua struttura architettonica, accompagnata dall’esposizione di arredi e opere nelle sale antecedenti, con l’intento di ricreare la decorazione di una dimora aristocratica del XVI secolo e di restituire così ai visitatori l’atmosfera di un luogo che, grazie a questo progetto, torna protagonista dell’offerta culturale veneziana attraverso un allestimento ispirato all’estetica della "casa-museo".

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo si sviluppa nell’infilata di sale che conducono al camerino delle antichità, accessibile solo attraverso il suo unico ingresso originale dal quale il patriarca Giovanni soleva accogliere gli ospiti più illustri. La Tribuna, infatti, subì nei secoli alcune trasformazioni, come l’apertura di una grande finestra e della seconda porta che immette nella così detta sala Neoclassica, adibita a camera da letto durante la seconda metà del Settecento. Attraverso l’istallazione delle due nicchie architettoniche temporanee, ricostruite per l’occasione a imitazione di quelle già esistenti, è stato ricreato l’aspetto originale dello spazio.

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