"Magazzino 18": Simone Cristicchi al Goldoni con lo spettacolo sugli esuli istriani
Mercoledì 18 novembre alle ore 20.30 la Stagione di Prosa 2015-2016 del Teatro Goldoni di Venezia prosegue con Magazzino 18, l’acclamato spettacolo di Simone Cristicchi dedicato alla memoria degli esuli istriani. Scritto a quattro mani con Jan Bernas e diretto da Antonio Calenda, Magazzino 18 ripercorre la storia di chi, nel 1947, scelse di lasciare la propria terra natale destinata a diventare jugoslava e proseguire in mezzo a un mare di incertezze la propria esistenza in Italia.
Prodotto da Promo Music e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, lo spettacolo resterà in scena fino al 22 novembre. Giovedì 19 novembre al termine della replica pomeridiana (inizio ore 16.00) Simone Cristicchi incontrerà il pubblico.
Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante. Racconta di una pagina dolorosissima della storia d’Italia, di una vicenda complessa e mai abbastanza conosciuta del nostro Novecento. Ed è ancor più straziante perché affida questa “memoria” non a un imponente monumento o a una documentazione impressionante, ma a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.
Una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi… Oggetti comuni che accompagnano lo scorrere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dalla Storia, dall’esodo.
Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. Non è facile riuscire davvero a immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici.