Terza mostra della rassegna "Aspettando la Biennale"
Tre personali a confronto nel segno di un’astrazione al femminile: Albani / Gamba / Hold
Si inaugura sabato 23 marzo 2019, alle ore 17, la terza esposizione della rassegna “Aspettando la Biennale”: presso gli spazi della Galleria ItinerArte di Venezia, in Rio Terà de la Carità – Dorsoduro 1046, proprio accanto alle Gallerie dell’Accademia, tre mostre personali simultanee vedranno a confronto la pittura astratta al femminile di tre artiste di caratura nazionale e internazionale come Paola Albani (Città invisibili), Paola Gamba (Giro-Tondi) e Michelle Hold (Fragile Beauty). Tutte e tre le mostre sono curate da Virgilio Patarini e corredate da catalogo Zamenhof Art Edizioni.
Le tre mostre saranno visitabili fino al 2 aprile, dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19. Ingresso libero.
Come evento collaterale sabato 30 marzo alle 19 avrà luogo la video-performance “Ogni Mattina” di Alessio Bortot (voce) e Beo Peraldo (animazione video), sotto la direzione artistica di Paola Caramel e l’organizzazione dell’associazione G’Art - Galleria delle Arti di Venezia. Anche questa a ingresso libero.
Le mostre
Paola Albani, Le città invisibili
Le Città Invisibili di Paola Albani hanno nomi di donna dall’andamento classicheggiante, sulla falsariga delle Città Invisibili di Italo Calvino, l’opera a cui si ispirano sotto molteplici aspetti, ben al di là del titolo. Innanzitutto assistiamo ad un analogo approccio “combinatorio” di reminiscenza strutturalista: i singoli elementi di cui si compone ogni singola opera e poi le singole opere in relazione tra loro si offrono al fruitore in un gioco aperto, in cui il significato nascosto necessita di un intervento che vada oltre la sintassi per essere compreso. E poi è analogo anche lo stile, rarefatto e minuzioso come quello dello scrittore. E più si dilata lo spazio in cui galleggiano i singoli, rari elementi compositivi, e più si dilata anche il tempo di fruizione e si condensano, si stratificano e riverberano i possibili significati evocati da queste miniature astratte. E identico infine anche il paradosso che soggiace all’intera operazione: così come nel libro di Calvino Marco Polo racconta e “rivela” a Kublai Khan le città del suo regno sterminato con parole e descrizioni frutto solo dell’immaginazione, così noi, fruitori di queste minuziose fantasmagorie su piccole tele, veniamo catturati dal fascino discreto di forme semplici e consuete al tempo stesso sottilmente spiazzanti.
Paola Gamba, Giro-Tondi
In questa mostra presentiamo tutta una serie di “tondi” realizzati da Paola Gamba negli ultimissimi mesi, che a questo tipo di supporto, così poco convenzionale, specie in ambito astratto, l’artista veneta ha quasi interamente dedicato la sua ricerca più recente. Come già ho avuto modo di scrivere: “la pittura di Paola Gamba scaturisce da un’originale e inquieta sintesi tra un’esigenza apollinea di ordine e organizzazione dello spazio visivo e impulsi dionisiaci che producono guizzi di colore, segni, macchie, accensioni improvvise di luci endogene che ne scardinano la rigidità” (vedi “Cross Over”, ed. Giorgio Mondadori, pag. 271). Tra questi due opposti si gioca da sempre la partita dell’artista vicentina, ma forse il gioco, dopo anni di sperimentazione, era diventato per lei troppo “facile” se condotto sempre all’interno rassicurante e convenzionale del quadrato o del rettangolo, che già a priori offrono il solido sostegno compositivo dei due assi ortogonali, mentre il tondo non offre alcun appoggio, sfugge, obbliga l’artista a girargli intorno e a inventarsi, a cercare nuovi equilibri. In questo modo, utilizzando, come ho già fatto, la metafora musicale diremo che tutto ciò determina un nuovo «ritmo» delle composizioni, più “avvolgente” di un tempo, una danza a spirale o in girotondo. Danza di Apollo e Dioniso che si rincorrono senza fine, in girotondo, nella spirale inquieta e vertiginosa di un irraggiungibile equilibrio tra ragione e sentimento.
Michelle Hold, Fragile Beauty
“(…) Per poter cogliere appieno il senso del vivere, bisogna (…) considerare profondamente il mondo che ci circonda, diventando una cosa sola con l’universo, in modo da intenderne l’essenza, indagarne la natura o trarne sviluppi e conseguenze. Il raggiungimento di questa identità spirituale è ciò che si prefigge Michelle Hold in questa serie di lavori, che sono raccolti sotto un titolo particolarmente significativo, Fragile Beauty. Siamo infatti parte di una bellezza straordinaria che tendiamo, talvolta, a trascurare, rendendola fragile. L’artista ci manda dunque un messaggio, invitandoci ad una unione panica con la natura: il suo scopo è ricordare ad ognuno di noi che l’unica possibilità di sopravvivere in questo continuo fluire è diventare cosa sola con il creato, riscoprendo quel senso di appartenenza che da sempre ci connota, ma che sembra sparire in questo mondo. (…). Michelle sembra far sue le parole del filosofo Michel de Montaigne, che scrisse “La natura non è altro che una poesia enigmatica”: riesce infatti a dar voce a questa poesia e si fa mediatrice dei suoi enigmi, lasciandoci la possibilità di comprenderli appieno con le capacità che ci sono proprie.”