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Si prepara il "contratto del fiume": nuove norme idriche, quale futuro per il Brenta?

Ci sono delle nuove regole europee sulla gestione delle acque, ora è iniziata la discussione su quali azioni attivare: per sviluppare idee, impegni, e risorse

Un "contratto del fiume Brenta", partito in questi giorni a Venezia, per decidere sul futuro del corso d'acqua. Con un incontro al palazzo Grandi Stazioni della Regione si sono aperti i lavori per un percorso che, in attuazione delle direttive europee sulla gestione delle acque, consentirà di identificare una strategia per il governo sostenibile del sistema fluviale.

Il percorso avviato dalla Regione dovrebbe permettere una gestione delle risorse idriche molto diversa da quella che ha permesso le alluvioni e i disastri a cui ci siamo abituati negli ultimi anni: andranno promosse azioni che considerino la sicurezza idraulica, l'assetto e l'uso del suolo, la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi.

"Il contratto di fiume - ha detto l'assessore regionale alla Pesca Franco Manzato - è un'occasione per individuare azioni condivise nell'intera scala del bacino idrografico, favorendo lo sviluppo di idee, impegni, competenze e risorse, coinvolgendo i soggetti locali interessati. Per questo favoriremo l'adesione degli enti locali, dei consorzi di bonifica, delle categorie economiche, delle associazioni culturali e ambientaliste".

L'iniziativa, avviata con il contributo finanziario della Regione Veneto, è stata promossa dal Co.Ve.A.Pe.Di., il consorzio regionale che riunisce le associazioni di gestione della pesca delle acque interne da salmonidi. I lavori entreranno nel vivo nei primi mesi del 2015 con una fase strutturata di analisi territoriale e ascolto degli attori interessati.

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