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La mafia delle "scoasse" in Veneto, Legambiente presenta il dossier

A Mestre il rapporto sulla collusione tra politica e mondo criminale nella gestione illegale dei rifiuti. "Il primo nemico dell'ambiente è la corruzione"

È stato presentato giovedì a Mestre "Scoasse. Dossier su rifiuti e illegalità in Veneto", la prima radiografia delle inchieste, delle rotte e delle dinamiche della criminalità ambientale nel campo dei rifiuti nella regione. La nuova frontiera degli ecocriminali, spiega Legambiente, è la materia frutto della raccolta differenziata: ecco perché occorre creare delle vere filiere trasparenti del rifiuto.

Lo studio evidenzia come ci siano tuttora tracce evidenti della criminalità organizzata nel settore: in particolare va riservata grande attenzione al fenomeno degli incendi negli impianti di trattamento e stoccaggio dei rifiuti. Secondo Legambiente il Veneto si conferma anche come terra di destinazione dello smaltimento selvaggio dei rifiuti.

“Reati ambientali e corruzione sono strettamente connessi - ha dichiarato il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro - bisogna contrastare interessi e collusioni tra politica, economia e mondo criminale. È un’economia che si regge sull’intreccio tra imprenditori senza scrupoli, politici conniventi, funzionari pubblici infedeli, professionisti senza etica, che operano attraverso l’evasione fiscale e il riciclaggio, la corruzione, il voto di scambio e la spartizione degli appalti".

Tanti gli ambiti di operatività della criminalità: dall’energia all’agricoltura, dalle cave alle infrastrutture stradali. E i trafficanti di rifiuti non mancano di rinnovarsi: non si tratta solo di figure che offrono soluzioni di smaltimento sbrigative ed economiche, ad esempio scaricando i veleni nell'ambiente: oggi usano le autorizzazioni a trattare rifiuti per montare truffe finanziarie o per riciclare i capitali sporchi delle mafie.

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