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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Gli argini del fiume Brenta sono sicuri?"

Si sono fotografati e filmati gli argini del fiume, riprendendo le frane e le alberature pericolanti od addirittura già dentro il fiume sul corso del basso Brenta, anche nei comuni di Vigonovo, Fosso', Campolongo Maggiore.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato: "L’indagine si è svolta in primavera nel basso corso del fiume Brenta, rispondendo alle preoccupazioni dei molti comuni coinvolti nel constatare l'incuria complessiva e la mancanza pressochè assoluta di manutenzioni e "riprese" di frane che assumono dimensioni molto estese. Solo dopo una importante manifestazione, avvenuta nel 2013 ed organizzata dal nostro comitato, in collaborazione di tutti i sindaci del territorio, si è provveduto ad una sommaria (e molto parziale) manutenzione. A suffragare le preoccupazioni è intervenuto lo studio (allegato) commissionato, sull'onda di pressanti richieste del comitato e dei comuni dell'area, dalla Regione Veneto allo studio dell'Ing. Mazzucato. All'inizio del 2014 lo studio ha certificato la criticità delle arginature arrivando ad ipotizzare addirittura la costruzione di una barriera all'interno degli argini. Partendo dall'esperienza del comune di Campolongo Maggiore che già ha svolto l'indagine nel 2003 e 2011, si è ritenuto opportuno allargare la verifica sullo stato degli argini al basso corso del Brenta. Cadoneghe, Vigonza, Noventa Padovana, Vigonovo, Fosso', Campolongo Maggiore, Codevigo i comuni direttamente coinvolti. Sono state rilevate anche le rive nei comuni di Padova e Piove di Sacco. Presentata il giorno 29 giugno in una partecipata assemblea che ha visto molti amministratori locali e vari gruppi di Protezione Civile,e che nel contempo, registra la grave e totale assenza dei nostri numerosi rappresentanti regionali; come se per loro, il tema trattato, sia un tema "lontano ed insignificante"; ci spiegheranno, quindi, quali sono i temi meritevoli di attenzione!) La ricerca, effettuata delle Protezioni civili di tutti i conmuni coinvolti, ha rivelato i fenomeni franosi e le alberature che potrebbero arrecare ulteriori danni al corpo arginale; non tutti gli alberi sulla sommità arginale od all’esterno degli argini vengono coinvolti da tali problematiche. In via pregiudiziale, ed al di la della posizione netta dell’ufficio Suolo regionale (nessuna vegetazione sugli argini), riteniamo che la presenza controllata di alberature, con le giuste essenze autoctone, contribuisca a far “vivere” il fiume sia dal punto di vista ambientale che di fruizione. Anche nella stagione, e negli orari di punta l’ombreggiatura avvicina all’escursione, al giro in bici od a cavallo. La “tabula rasa”, la totale assenza di vegetazione allontana, invece, la frequentazione. Noi cittadini rappresentiamo, quindi, l’unico vero ed attivo presidio del territorio. Il controllo è finalizzato alla segnalazione di nuove frane ed alberi deposti in alveo, oltre che al rispetto complessivo sulla qualità ambientale del corso d’acqua (sversamenti liquidi, rifiuti, amianto ecc). In sostanza, il nostro fiume ha assoluta necessità di essere “vissuto” e controllato: attività che di certo non riesce a fare (e forse neanche vuole svolgere) l’ufficio suolo regionale. Ecco, quindi, le proposte concerete dopo la serata: - Sottoscrizione anzitutto da parte delle sette amministrazioni coinvolte nella ricerca, del documento di sintesi risultate dalla ricerca, allargandone la sottoscrizione alla conferenza Riviera del Brenta, alla Città metropolitana ed alla Provincia di Padova - sottoscrizione nei singoli Consigli comunali coinvolti - consegna della ricerca, nella sua interezza, al ministero ambiente,– - consegna, nella sua interezza, all’assessorato regionale ambiente. - consegna, nella sua interezza, all’autorità Autorità Bacino, che sovraintende, per il Ministero dell’ambiente delle infrastrutture e dipartimento della protezione Civile oltre che della Regione Veneto, alla pianificazione delle opere di salvaguardia idraulica. Deve risultare forte la richiesta di includere la ricerca non come mera osservazione al Piano di Bacino corrente ma di entrare come parte integrante del Piano di Bacino stesso (diventando, quindi, elemento essenziale di responsabilità nella pianificazione di manutenzioni). Il tutto finalizzato a celeri ed improcrastinabili approfondimenti per verificare la tenuta degli argini. - Proposta di volantino per sensibilizzare e coinvolgere cittadini nella ricerca promossa dalle amministrazioni comunali e rispettive Protezioni civili. Il coinvolgimento dei cittadini deve essere permanente, non episodico! - Per “tenere unito il “fronte” dei sindaci ed i cittadini, sul tema del rispetto e controllo del nostro maggiore corso d’acqua, il nostro comitato propone di creare, fra le amministrazioni che hanno condotto la ricerca, una giornata di pulizia e controllo del territorio per l’intero corso del basso Brenta con l’impegno delle protezioni civili (dall’acqua) oltre che di comitati e cittadini (da terra)".

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