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Venerdì, 19 Aprile 2024
Green Castello / Riva dei Sette Martiri

Greenpeace a Venezia: "Stop all'energia sporca, salvare la laguna costa miliardi"

La "Rainbow Warrior", simbolo del gruppo ambientalista, è approdata lunedì in riva dei Sette Martiri per il tour "Non è un Paese per fossili"

Un combattente arcobaleno veleggia nel bacino di San Marco, è la “Rainbow Warrior” di Greenpeace, nave simbolo dell'associazione ambientalista impegnata in queste settimane in un tour lungo le coste della Penisola per dire basta ai combustibili fossili e all'energia “sporca”. Lunedì la famosa due alberi ha approdato in riva dei Sette Martiri e, dalla sua prua, si è udita forte la denuncia degli attivisti, un grido che riguarda anche Venezia dato che, come hanno ripetuto più volte i membri dell'associazione “sul futuro della città incombe la minaccia dei cambiamenti climatici”.

IN LAGUNA – Greenpeace, partita al seguito della Costa Concordia ma poi proseguita per altri lidi, è impegnata nel lungo tour “Non è un Paese per fossili”, con la richiesta al governo e alle varie parti economiche italiane di investire nell'energia rinnovabile per scongiurare conseguenze disastrose sul clima del nostro pianeta, dato che i combustibili fossili restano, insieme alla deforestazione, la principale causa del riscaldamento globale. La “Rainbow Warrior” ha attraversato il canale della Giudecca, passando di fronte a piazza San Marco e all'isola di San Giorgio, mostrando ai veneziani e ai turisti presenti due bandiere che riportavano lo slogan ''Save the climate - There is no Planet B'' e ''Il futuro è rinnovabile''. La nave sarà aperta al pubblico sino alle 21 di lunedì sera. Per tutti è stato possibile partecipare a visite guidate gratuite per conoscere la storia e le caratteristiche tecniche della barca a vela. Greenpeace ha anche lanciato una petizione online per chiedere ai cittadini italiani di firmare una “dichiarazione di indipendenza dalle fonti fossili”. In poche settimane la petizione ha già raccolto oltre 50 mila firme

LE DICHIARAZIONI - "Le conseguenze del riscaldamento globale sono evidenti da anni in tutto il pianeta e proprio Venezia è uno dei luoghi maggiormente in pericolo in Italia – ha spiegato ai giornalisti Luca Iacoboni, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia - Non dimentichiamo inoltre che i cambiamenti climatici sono anche un enorme costo per la società e i cittadini: si pensi a quanti milioni di euro si spendono ogni anno per mettere in campo politiche di mitigazione e adattamento. La salvaguardia costiera di una città come Venezia può costare due miliardi di euro in 60 anni. In un momento molto importante, in cui l'Italia è alla presidenza dell'Ue e in cui si stanno decidendo gli obiettivi per il 2030 a difesa del clima - continua Iacoboni - il governo italiano sembra di nuovo voler prendere la strada sbagliata: quella del carbone, del petrolio e delle altri fonti fossili, ignorando oltre all'aspetto ambientale, anche le potenzialità che rinnovabili ed efficienza hanno in termini di occupazione e indotto economico". "Ancora una volta - conclude - l'Italia rischia di perdere un'opportunità per colpa della politica fossile che da anni la governa".

Greenpeace a Venezia, arriva la "Rainbow Warrior"

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