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Litorale minacciato, il progetto di Ca' Foscari: ricostruire le dune e seminare 150mila piante

Presentazione del progetto Life Redune il 23 febbraio. Difese naturali della costa, le dune soffrono per la pressione del turismo: 90% di habitat a rischio. Previsti 4 anni di lavori

Nel dicembre 2017, una mareggiata provocò danni alla costa veneta stimati in un milione e mezzo di euro. Solo l'ultimo di una serie di episodi che si susseguono nel corso degli inverni. Con conseguenze salatissime. Una naturale difesa da questi eventi estremi sono i sistemi di dune, autentiche barriere di sabbia costruite dalla vegetazione. Difese minacciate, però, dal passaggio dei turisti: il 90% degli habitat dunali si trova in cattivo o inadeguato stato di conservazione. E la situazione è in peggioramento.

Progetto sulla costa del Veneto orientale

Scienziati e istituzioni si sono alleati per affrontare la minaccia intervenendo in alcune aree sensibili del litorale adriatico grazie a un progetto europeo del programma Life Redune (www.liferedune.it), coordinato dall’università Ca’ Foscari Venezia, con partner la Regione del Veneto, l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario e aziende specializzate nella ricostruzione degli habitat. Il progetto, che riguarderà aree costiere dei comuni di Cavallino, Jesolo, Eraclea, Caorle e San Michele, sarà presentato pubblicamente il 23 febbraio alle 9.30 nell’auditorium ‘Danilo Mainardi’ del campus scientifico (via Torino, Mestre). Obiettivi principali sono riconnettere tre chilometri di dune ‘ferite’ dal calpestio dei turisti, riqualificare più di 80 ettari di habitat dunali, piantare oltre 150mila piante, costruire un chilometro di passerelle e 10 di recinzioni. Sarà sperimentato l’uso di droni per il monitoraggio ambientale e sviluppato un metodo per controllare il proliferare di una specie vegetale aliena e invasiva, Oenothera stucchii.

Formazione agli operatori del turismo

Molto ci si aspetta anche dalla collaborazione con gli attori in gioco. Sono previsti, infatti, 30 incontri di formazione con gli operatori turistici e altre categorie interessate per sensibilizzarli sul valore degli ecosistemi dunali. Sarà definito un accordo formale tra Regione, Comuni e gli altri portatori di interessi per la gestione a lungo termine delle spiagge. Inoltre verranno organizzati circa 80 eventi di educazione ambientale dedicati a scuole, abitanti, turisti, organizzati da Ca’ Foscari e cooperative locali o associazioni no profit che si occupano di tutela ambientale.

Il progetto nei dettagli

L’obiettivo del progetto, avviato a settembre 2017, è ristabilire e mantenere l’integrità ecologica di cinque habitat dunali e delle popolazioni della pianta Stipa veneta in quattro siti Natura 2000 presenti lungo la costa adriatica, attraverso l’uso di un approccio ecosistemico che considera tutte le componenti coinvolte (attività umane, habitat, specie e processi fisici). Infatti, malgrado il valore che li caratterizza, gli ecosistemi dunali condividono una lunga storia di sfruttamento e di gestione impropri. I problemi ambientali associati all’utilizzo della costa comprendono la perdita di specie e habitat naturali, la diffusione di specie aliene, la perdita della naturale articolazione del paesaggio costiero, e la riduzione della resilienza dell’intero ecosistema. Il turismo non sostenibile è oggi considerato una delle principali cause di degrado. Durante il convegno verrà presentato lo stato di questi ecosistemi a livello italiano e veneto e verranno descritti gli interventi che saranno realizzati nei quattro anni di progetto.

Le dune

Le dune sono una parte integrante degli ambienti costieri ed  hanno un ruolo essenziale quale elemento di mitigazione “naturale” del rischio di erosione o allagamento, tanto che l’IPCG (Intergovernmental Panel on Climate Change) le ha identificate tra gli elementi di resilienza della zona costiera sabbiosa, insieme alle barriere coralline, le aree salmastre e le foreste di mangrovie. Le dune costituiscono infatti una sorta di “serbatoio” di sedimenti, in grado di fornire sabbia alla spiaggia antistante e, quando in buono stato, rappresentano un ostacolo in grado di contrastare le inondazioni marine e difendere le aree retrostanti dall’aerosol salino. Infine risulta strategico il loro ruolo di riserva di acqua dolce quale ostacolo all’intrusione del cuneo salino. In base all’ultimo report ISPRA sullo stato di conservazione degli habitat in Italia, l’83% degli habitat dunali è in stato di conservazione cattivo o inadeguato (percentuale molto più alta di quella calcolata per altre tipologie di habitat in Italia: circa 67%). Considerando poi solo quelli in cattivo stato di conservazione, la differenza è ancora più alta (66% vs. 26%).

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