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Qual è l'impatto della plastica in mare? A Venezia l'iniziativa dell'associazione Marevivo

Si è tenuta nella mattinata di giovedì, con la collaborazione della Capitaneria di porto. Obiettivo quello di affrontare il problema dell'emergenza anche con gli stakeholder del mare

La campagna di informazione sull’impatto della plastica in mare: “Mare Mostro. Un mare di plastica?”, promossa da Marevivo con la Capitaneria di Porto di Venezia ha fatto tappa in laguna giovedì mattina. All’incontro, che si è tenuto nella sede di San Marco hanno partecipato, tra gli altri, anche il capitano di vascello Andrea Conte, capo reparto tecnico amministrativo della direzione Marittima del Veneto.

Affrontare il problema della plastica in mare

"Abbiamo lanciato questa iniziativa per capire come affrontare il problema della marine litter insieme ad istituzioni, associazioni ed università - ha spiegato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo - Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e si stima che nel 2050 negli oceani potrebbero esserci più rifiuti che pesci. Non è più possibile restare fermi perché il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. È un organismo vitale composto da specie vegetali e animali che va tutelato".

In collaborazione con la guardia costiera

L’obiettivo della campagna è condividere informazioni con il personale e con gli stakeholder del mare per affrontare l’emergenza “plastica” e le Capitanerie sono i luoghi ideali per sensibilizzare sul tema. Ogni giorno la Guardia Costiera protegge i nostri mari, si occupa della sicurezza, della tutela dell'ambiente marino, della vigilanza sulla filiera della pesca marittima, ma ci sono sempre nuove minacce da fronteggiare, come la plastica, un mostro apparentemente inarrestabile, indistruttibile che si insinua persino nella catena alimentare dell’uomo.

"La direzione Marittima del Veneto - ha sottolineato Conte - non poteva certo lasciarsi scappare l’opportunità di partecipare attivamente ad una campagna d’informazione in materia ambientale. Tutto questo rientra in un più ampio disegno strategico che vede il Corpo delle capitanerie di porto sempre più proiettato nell’ambiente, avendo peraltro recentemente stipulato un protocollo d’intesa con Miur e Mattm, che prevede specifici momenti formativi dedicati agli istituti scolastici, attività questa che rientra nella 5ª campagna ambientale del Ministero dell’ambiente. I giovani, i nostri figli, si pongono quindi non solo come destinatari ultimi di tutte le azioni poste in essere oggi a tutela del nostro ambiente, ma anche quali strumenti per poter meglio veicolare una maggior coscienza e consapevolezza di preservazione dell’ambiente da ogni tipologia di minaccia ambientale, anche da quella che può sembrare la più insignificante, quale una piccolo oggetto di plastica, che poi è dimostrato invece che insignificante non lo è proprio, visto il suo impatto sull’ecosistema".

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