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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'Unesco contro le Grandi Navi: "Via, altrimenti pronti a declassare Venezia"

L'organizzazione sprona il governo a trovare una soluzione entro il 2016. In caso contrario è pronta a inserirla nella lista delle "realtà a rischio"

Le Grandi Navi non devono essere molto simpatiche all'Unesco. Anzi, l'organizzazione internazionale che salvaguarda le "perle" tra i monumenti del nostro pianeta, deve vederle proprio come il fumo negli occhi. Al punto da porre in votazione durante la conferenza in corso a Doha un documento in cui si mette nero su bianco che o l'Italia risolve i problemi principali che "mettono in pericolo la conservazione della laguna" o l'organizzazione potrebbe decidere di inserire la città all'interno della lista dei beni dell'umanità considerati in pericolo. Si tratterebbe di uno smacco per il governo, che tra i grandi della cultura deve gestire anche la grana Pompei. Ora l'esecutivo dovrà presentare entro il 1 febbraio prossimo una relazione sullo stato di conservazione della città e della sua laguna, per poi redigere entro il 1 febbraio 2016 un rapporto sull'attuazione di quanto indicato nel documento precedente. Altrimenti verrà valutata l'iscrizione di Venezia nella "lista nera".

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Gli avvertimenti del resto erano già arrivati. Nel 2012 per esempio l'Icomos, ossia l'organizzazione internazionale dedita alla conservzione, alla protezione e alla valorizzazione dei monumenti dei siti Unesco, aveva chiesto all'Italia di trovare una soluzione alle grandi navi. Privilegiando un modello di turismo sostenibile. Come tutti sanno, poi, il dibattito sulle crociere è ancora in corso e si aspetta la nuova (e decisiva) riunione del Comitatone per decidere il da farsi. Un appuntamento che non potrà che risentire però anche dello scandalo Mose e delle dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni. In ogni caso, a due anni dalla richiesta dell'Unesco, ancora una soluzione definitiva non c'è. E la deadline sarà proprio per il 2016. L'esecutivo a gennaio 2014 ha risposto presentando in un dossier il Pat del Comune, che mette nero su bianco come le grandi navi non debbano più transitare in futuro davanti a San Marco, e tutte le alternative sul tavolo. Come lo scavo del canale Contorta Sant'Angelo. In più nelle carte si faceva il punto sui progressi nella costruzione del Mose, dell'autostrada del mare di Fusina e di tutte le altre grandi opere che interessano il territorio lagunare.

Dopodiché, poco prima dell'inizio del summit di Doha, è arrivata la risposta della controparte. Che si è rivelata piuttosto dura: “Si raccomanda di sollecitare lo Stato ad attuare tutte le misure pertinenti per vietare alle navi più grandi di entrare nella laguna permettendo ai turisti di godere e capire il valore e la fragilità di Venezia", si scrive. Poi si mette nel mirino il frastagliamento di poteri che si registra in città, tra magistrato alle acque (che verrà cancellato da ottobre 2014), Ca' Farsetti e il resto degli Enti territoriali. Per questo motivo, dunque, l'Unesco raccomanda al Governo di trovare un coordinamento "virtuoso" tra i vari livelli di gestione del territorio.
 
La preoccupazione investe non solo le grandi navi, ma tutte le opere imponenti che interesseranno il territorio nei prossimi anni: "Potranno potenzialmente compromettere l’eccezionale valore universale della laguna generando trasformazioni irreversibili sul paesaggio marino - si scrive - Si richiede allo Stato di intraprendere valutazioni d’impatto per questi progetti". Dopodiché l'attacco alle grandi navi: "Hanno causato l'erosione dei fondali, dei banchi di fango e delle saline - si sottolinea - Potrebbero rappresentare una potenziale minaccia per il valore universale della laguna". Si chiede quindi allo Stato di vietare il loro ingresso assieme alle petroliere.

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