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Politica Castello / Campiello dell'Arsenale

Arsenale, resa dei conti in Parlamento: Venezia tenta la "rimonta" in extremis

L'emendamento presentato dal parlamentare Pd Felice Casson che puntava a restituire l'area alla città è stato bocciato. Oggi l'approvazione del decreto Innovazione, poche speranze

La resa dei conti è arrivata. E le "truppe" con in testa il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni partono in svantaggio. Il nodo del contendere è sempre quello: l'Arsenale, quella che fu "la fabbrica più grande d'Europa". Si ma di proprietà di chi? Per ora del Demanio e della Marina Militare. Qualche mese fa era stato annunciato che sarebbe passato per la maggior parte nelle mani di Ca' Farsetti, e quindi dei cittadini veneziani. Poi il colpo di mano, o lo "scippo", come l'ha chiamato anche il primo cittadino lagunare.

 

L'Arsenale con sette righe inserite in un emendamento al decreto Innovazione è tornato sotto il "cappello romano". Apriti cielo. Settimane di trattative e di giochi parlamentari, con un Consiglio comunale straordinario che ha certificato l'appoggio di tutte le forze politiche (meno il Pdl) al sindaco Orsoni. Martedì, poi, la resa dei conti in commissione, con un emendamento del parlamentare Pd Felice Casson "pro Venezia" battuto di un voto da quello presentato dal governo.

 

Oggi l'approvazione del decreto Innovazione, su cui è stata posta la fiducia. La speranza di riuscire a ribaltare la situazione ora si concentrano sul maxiemendamento che verrà presentato dal governo. Si vedrà se le trattative dirette tra Orsoni e il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera andranno a buon fine.

 

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