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Fondi Pon Metro ai progetti sociali capaci di autofinanziarsi

Soldi alle associazioni «per aumentare l’inclusione sociale e ricostruire reti sociali». Si può ottenere un contributo compreso tra  8 mila e 15 mila euro. L'accusa: «Terzo settore svuotato»

Mercoledì all’Auditorium del Museo M9 di Mestre il Comune ha presentato il bando Welfare di Comunità. Si sono presentati oltre 150 persone in rappresentanza di organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, associazioni sportive, comitati, fondazioni, cooperative, operatori sociali, cittadini e altri enti del territorio. Welfare di comunità finanzia progetti innovativi, della durata massima di 9 mesi, che hanno l'obiettivo di aumentare l’inclusione sociale e ricostruire reti sociali attraverso il coinvolgimento della cittadinanza. I progetti selezionati otterranno un contributo compreso tra  8.000 e 15.000 euro a copertura del 90% delle spese ammissibili. L’iniziativa si inserisce nel piano di interventi “La città SIcura di sé” che, nell’ambito del Pon Metro, mira a promuovere il protagonismo dei cittadini per sostenere il miglioramento del tessuto urbano e l’inclusione delle persone più fragili attraverso il finanziamento di progetti e servizi a favore della comunità. A questo bando sono destinati 210 mila euro, su un totale di 400 mila disponibili e ri-finanziabili.

Le attività e le aree

Tra le attività possono essere presentati piani di mutuo-aiuto, servizi alle donne, culturali, enogastronomici multietnici, di recupero e valorizzazione degli spazi pubblici, di animazione culturale e tecnologica, con finalità pedagogico-educative, di valorizzazione delle risorse ambientali, ecc. Le aree interessate sono Venezia centro storico, isole, Sant’Erasmo, Vignole, Lido e Pellestrina, Mestre sud, Bissuola e Pertini, Favaro, Campalto, Marghera, Asseggiano, Trivignano, Cipressina, Chirignago e Gazzera. Le associazioni devono essere iscritte all’Albo del Comune di Venezia, o al registro regionale delle associazioni sociali, o a quello delle organizzazioni di volontariato, con sede legale o operativa nel territorio comunale. È previsto un incontro di approfondimento sui diversi aspetti del bando, lunedì 11 novembre alle 17.30, in sala conferenze del centro culturale Candiani (è necessario iscriversi inviando una mail: ponmetrowelfare@comune.venezia.it). Per favorire la partecipazione delle associazioni il Comune di Venezia ha attivato, in collaborazione con Camera di Commercio di Venezia Rovigo, uno sportello informativo e di orientamento. Il bando, da sabato scorso, è sul sito del Comune. 

Le spese, i partenariati

 «Prima di candidarsi - spiega Michele Testolina, responsabile dell'operazione Welfare di comunità - le associazioni devono dimostrare il possesso della capacità finanziaria di realizzare i progetti che presentano. Devono prevedere un costo tra gli 8.890 e i 16.667 euro e tenere presente che la copertura fino al 90% delle spese è a rimborso. Non è una anticipazione». Il gruppo di volontariato con qualche migliaio di euro in cassa, che organizza il tempo libero di qualche anziano solo, difficilmente può avere accesso a queste risorse. Molto meglio, viene spiegato alla presentazione, che a partecipare siano partenariati: l'unione di più entità, associazioni, scuole, cooperative. A supportare nella rendicontabilità c'è Confcommercio. «È ora che le associazioni imparino a stare in piedi con le loro forze», precisa Testolina. Duro il commento di Gabriele Scaramuzza di Articolo Uno Mdp: «Si vogliono svuotare le associazioni, aumentare la burocrazia e il controllo centralizzato. Il buon lavoro coordinato dalle politiche sociali del Comune, in contesti poveri o difficili, non ha più valore. L'importante è avere risorse. Sicuramente per finanziare eventi, non per costruire reti sociali».

Supporto normativo e burocratico

«Le regole sono ferree, e sono quelle europee che disciplinano l'uso dei fondi - spiega Alberto Capuzzo di Confcommercio -.  La Camera può dare supporto a chi voglia ragionare in termini strutturati e passare da un'idea alla sua realizzazione. Bisogna avere capacità economica - rimarca - cioè serve partire dalla liquidità. Stiamo parlando di spese rendicontabili, di normativa fiscale e civilistica, di firma digitale e pec. Questi sono i servizi che noi supportiamo - e conclude - Abbiamo investito 700 mila euro negli ultimi tre anni per la rigenerazione delle attività commerciali nei centri urbani. Ma non serve a niente, se le aree continuano a restare zone depresse e in difficoltà».

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