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Bilancio 2012, i numeri del Comune fanno paura: servono 160 milioni

Giunta straordinaria oggi sull'isola di San Giorgio. Il patto di stabilità mette in serie difficoltà le casse di Ca' Farsetti. Orsoni: "Non escludo un'azione giudiziaria contro lo Stato"

“Dobbiamo affrontare un processo strutturale che imponga più incisive contrazioni dei costi e della spesa, e un processo di questa portata va condotto con la condivisione di tutta l’amministrazione”. Con queste parole il sindaco Giorgio Orsoni ha dato il via oggi alla seduta straordinaria di Giunta comunale convocata nella sala del Consiglio della Fondazione Cini, nell’isola di San Giorgio, che ha visto la partecipazione di tutti i direttori del Comune di Venezia, oltre alla consueta presenza degli assessori della Giunta.

Efficientamento della macchina comunale e delle procedure amministrative, ridisegno del modello organizzativo e delle procedure, riorganizzazione delle società partecipate e alcune ipotesi di affidamento in house o a privati di alcuni servizi, sempre nella logica del risparmio e del miglioramento del servizio. Sono stati questi alcuni temi dell’assemblea, partendo dal presupposto che l’amministrazione è decisa nel non attivare ulteriori manovre sulle entrate, siano tasse o adeguamenti tariffari.
 
Bilancio alla mano, capitolo per capitolo, voce per voce, in un lavoro durato cinque ore, il sindaco Orsoni ha analizzato insieme ai direttori e gli assessori di competenza le ragioni delle diverse spese, la soluzione migliore per raggiungere gli obiettivi prefissati sia nel breve che nel lungo periodo. La Giunta ha colto l’occasione per rappresentare la situazione contabile e finanziaria dell’amministrazione veneziana, una situazione, quella descritta dall’assessore al Bilancio, il vicesindaco Sandro Simionato, e dal direttore della struttura Finanza Bilancio e Tributi, Piero Dei Rossi, che non dà spazio all’interpretazione.

Rispetto all’anno precedente, il 2012 vedrà pesanti contrazioni delle entrate sui grandi capitoli: le risorse dal Casinò si ridurranno di 20 milioni di euro, passando dai 60 milioni previsti nel 2011 ai 40 di quest’anno; i 20 milioni di plusvalenze di fatto non potranno essere utilizzati costituendo una ulteriore voce negativa in bilancio; si dovrà far conto di un trasferimento dallo Stato che, in ragione di due manovre successive, si assottiglia ulteriormente di altri 20 milioni di euro. Unico dato positivo, quello dell’entrata della Tassa di soggiorno che imputa al bilancio 2012 un più 12 milioni di euro sull’anno scorso.

Non aiuterà l’istituzione dell’Imu, il cui beneficio sulla prima casa di circa 20 milioni di euro anno sarà praticamente assorbito dallo Stato, mentre per le seconde case le entrate si fermeranno al Comune per il 50% dell’aliquota prevista, non certo raggiungendo i valori delle entrate prima previste con l’Ici.

Il primo fra i temi discussi, è stato il raggiungimento del Patto di Stabilità, che impone l’accantonamento di 160 milioni di euro per l’anno in corso, pena pesanti contraccolpi su diverse e fondamentali funzioni dell’amministrazione comunale: “Faremo di tutto per rispettare le condizioni vigenti – ha detto il sindaco - ma è necessario fare un passo in più per cambiare una logica aberrante che vede i Comuni stretti in una morsa scellerata che impone al nostro, come al resto dei Comuni d’Italia, i vincoli del Patto di Stabilità. Un Patto che limita l’autonomia degli enti locali e fa pagare ai Comuni, più di chiunque altro, tutto il peso della crisi”.

“Il 2012 è e sarà un anno di fondamentale importanza per la città – ha ribadito la Giunta - nel quale molti progetti dovranno partire per un nuovo sviluppo urbano e per costruire un percorso virtuoso che caratterizzerà Venezia per i prossimi decenni. Non possiamo permetterci di “fermare le macchine” a causa di regole imposte che impediscono lo sviluppo del nostro territorio”. Sul tema il sindaco Orsoni ha aggiuto: “Non escludo anche un’azione giudiziaria nei confronti dello Stato per verificare la legittimità di una situazione per la quale, ad esempio, il Comune ha i soldi per pagare i fornitori, ma non può farlo”.

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