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Brugnaro parte all'attacco: "E' il momento di tirare fuori gli attributi"

L'imprenditore si candida a sindaco. Accento sulla sicurezza. "Conflitti d'interesse? Mi dimetto da Confindustria ma la Reyer non la lascio"

Luigi Brugnaro rompe gli indugi e scende in campo. Sala piena sabato mattina per il patron della Reyer, che ha ufficialmente annunciato la sua candidatura a sindaco di Venezia. Con l'appoggio di Forza Italia, Lega Nord, Udc ed Ncd, sarà lui a cercare di unire il centrodestra contro lo sfidante Felice Casson, del centrosinistra. Con l'ex presidente della Provincia Francesca Zaccariotto che comunque continuerà la propria corsa.

Una candidatura per "amore verso la città", per stare "dalla parte dei cittadini" con una lista civica che porterà il suo nome. "Io non mi candido a sindaco della città di Venezia, io mi candido a sindaco di Mestre, Marghera, Murano, Burano, Torcello, a sindaco di tutti!", ha dichiarato mister Umana, che venerdì ha voluto spiegare le ragioni della propria decisione ai suoi dipendenti. In un Centro Santa Maria delle Grazie di via Poerio pieno di cittadini, l'imprenditore ha messo l'accento sulla sicurezza. "Questa delega la terrò io - ha dichiarato -. E' arrivato il momento di tirare fuori gli attributi".

Sottolineando di voler "restare lontano dai partiti. Io non sono di centrodestra e non ho mai avuto una tessera in vita mia. Non ho mai mangiato con la politica e non lo farò nemmeno adesso. Il mio stipendio da primo cittadino andrà ad associazioni che operano sul territorio per aiutare chi è in difficoltà". Brugnaro ha inoltre affermato che la città, "dopo 20 anni di riffa e di raffa è rimasta in mutande, ora serve coesione sociale. Chiunque - ha continuato l'imprenditore -, un ragazzino, una persona anziana, un insegnante, può chiamarmi, per me c'è posto veramente per tutti, chiederò soltanto che idee hanno per aiutarci, da soli non ce la possiamo fare. E' il momento di rivoltare la città come un calzino, è un'occasione storica. Servono talento, onestà e merito. C'è chi mi dice 'chi te l'ha fatto fare'. Io rispondo che è stata la mia coscienza. Non voglio più girare la testa dall'altra parte, questa voce ho anche cercato di zittirla, ma il disegno che ci stanno proponendo non funziona". Una coesione che verrà quindi cercata tra i cittadini, puntando su sicurezza e grandi opere. "Io tifo perchè il Mose funzioni - ha continuato l'imprenditore - E se funziona lo venderemo ai cinesi. E poi la Tav, deve passare per la città ma fermare anche a Mestre".

"Cercheranno in tutti i modi di legarmi ai partiti - ha affermato ancora Brugnaro dopo che la sua candidatura è stata sostenuta dai leader Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (LEGGI) - ma io ne voglio stare lontano. Sono stato in Confindustria a Roma fino a ieri, ho contatti perchè abbiamo bisogno di una mano".

Il tema dei conflitti d'interesse però è stato tirato in ballo da più parti. Brugnaro dal canto suo, dopo aver cercato di comprare l'Isola di Poveglia tramite la sua società Umana Holding con un'offerta giudicata incongrua da parte del demanio (DETTAGLI), dichiara pubblicamente:"nei miei terreni non farò nulla finchè sarò sindaco, e rinuncerò a Poveglia, l'uso dell'isola sarà aperto ai cittadini. Se sarò eletto ritirerò il ricorso al Tar". Il patron della Reyer ha anche annunciato d'essersi "dimesso da tutte le cariche che aveva in Confindustria" e che non userà "mai la Reyer per la campagna elettorale, ma non la lascio perchè è un bene per la città. Per il Taliercio ho speso molti soldi che non ho più visto dal Comune". Altro bene di proprietà di Brugnaro è la Misericordia, che lo stesso patron dichiara che dovrebbe essere rimessa a lucido e inaugurata tra un paio di mesi. L'azienda Umana è stata lasciata a uno staff qualificato, mentre ha lasciato anche l'incarico in Expo Venezia.

Dichiarando infine che per restare vicino ai cittadini avrà un ufficio a Mestre, ha dichiarato d'aver votato anche lui per Massimo Cacciari, un uomo che "ha amato la città, lo rispetto". Come rispetto ha affermato anche per il suo rivale di centrosinistra Felice Casson, oltre che apprezzamento per il lavoro svolto da Nicola Pellicani, che alle primarie del centrosinistra aveva l'appoggio del Partito Democratico.

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