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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Orsoni si dimette, Cacciari: "Scelta saggia", Zaccariotto: "Pd sconfitto" Zaia: "Al suo posto avrei fatto così"

In molti hanno commentato la scelta del primo cittadino lagunare di farsi da parte, sia tra i partiti che l'avevano supportato, sia tra i tradizionali avversari

Dopo un tira e molla durato 24 ore il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha rassegnato le sue dimissioni, esaudendo così i desideri delle tante personalità politiche e pubbliche che nell'ultima settimana avevano chiesto al primo cittadino un passo indietro. “Re Giorgio” ha spiegato le sue ragioni giovedì, e venerdì ha dovuto di nuovo parlare ai giornalisti per raccontare i motivi del suo abdicare, intanto, com'era prevedibile, tanto da destra quanto da sinistra sono piovuti commenti sull'accaduto.

DALLA REGIONE - "Non voglio fare né la vittima, né il moralizzatore. Questa vicenda non fa bene a nessuno. Mi dispiace per il sindaco. Al suo posto avrei fatto la stessa cosa". Commenta in questo modo la notizia il presidente della Regione Luca Zaia. "Lui dopo qualche ora è stato scaricato - ha detto il governatore, intervistato da Antenna3 - e insieme hanno chiesto le mie dimissioni. Hanno addirittura detto che lui e Marchese non facevano parte del Pd. La dice lunga sulla classe dirigente di quel partito nel Veneto. Ha fatto bene Renzi a zittire tutti".

"Nelle prime ore dopo l'inchiesta - ha proseguito il governatore leghista - nessuno conosceva nessuno. E lo dice uno che viene da un partito che ha avuto un sacco di problemi. La Lega ha attraversato grossi problemi con la vicenda di Bossi, ma ci siamo riuniti, abbiamo discusso e abbiamo cercato di voltare pagina". "Questa inchiesta - ha concluso Zaia - è un'onta che non sarà facile da cancellare. Sotto gli ombrelloni questa estate non si parlerà d'altro che di questa vicenda che spero si chiuda presto. Devo dire che la magistratura veneta ha fatto un ottimo lavoro. Mi auguro, anzi sono certo, che Venezia non subirà contraccolpi d'immagine dall'indagine sul Mose e dalle dimissioni del sindaco. Io spero - ha concluso - che ci sia un futuro per la città. Solo i pessimisti non fanno fortuna. Usciremo anche da questa partita che onestamente sembra tutta veneziana e spero che si possa continuare a vendere Venezia come la grande perla a livello mondiale".

ORSONI SI DIMETTE: CAOS A CA' FARSETTI

DALLA PROVINCIA - Secondo Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia, “il sindaco Giorgio Orsoni ha fatto assolutamente bene” a presentare le sue dimissioni dato che “non si è trovato nelle condizioni politiche di proseguire”. L'ex sindaco di San Donà di Piave non si dimostra molto critica nei confronti del collega lagunare, e si scaglia invece a testa bassa contro i Democratici: “Oggi esce male la politica di sinistra che dimostra di non essere capace di assumere le sue responsabilità. È insomma il Pd che oggi deve sentirsi in ginocchio”. Dopodiché Zaccariotto auspica che si possa ricorrere ad elezioni anticipate per risolvere il problema della gestione della città.

ORSONI SI DIMETTE: TUTTI I VIDEO DA CA' FARSETTI

"AZZERATA LA GIUNTA, HO DATO LE DIMISSIONI" VD

"COSÌ MI ALLONTANO DALLA POLITICA" VD

"REAZIONI IPOCRITE ANCHE DALLA MAGGIORANZA" VD

"LASCIO CON GRANDE AMAREZZA" VD

DAL PREDECESSORE – Anche l'ex primo cittadino Serenissmo, Massimo Cacciari, ha commentato come "una saggia decisione" la mossa di Orsoni, suo immediato sucessore alla guida della laguna. “Mi auguro che possa chiarire tutto – ha proseguito il politico filosofo - dopo il patteggiamento era difficile poter proseguire nell'amministrazione della città, non sarebbe stato possibile andare avanti nella situazione in cui era. Ripeto: è stata una saggia decisione". Interrogato poi sulla guerra interna scoppiata tra Orsoni e Pd, Cacciari non si sbilancia: “Non ho la più pallida idea del ruolo del partito e neppure degli altri che lo hanno sostenuto. Una cosa è certa: nessuno, carta stampata compresa, dovrebbe stare al gioco del Consorzio Venezia Nuova che poi infanga tutto e tutti”. Infine Cacciari si congeda con un breve monito al premier Matteo Renzi: "I segretari hanno anche il compito di fare pulizia, l'importante è che agiscano dove necessario”.

ORSONI SI DIMETTE: IL TESTO DEL DISCORSO

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IL CASO MOSE: TUTTI GLI ARTICOLI E I VIDEO

DAL PARTITO DEMOCRATICO – Anche chi ha metaforicamente staccato la spina alla Giunta Orsoni ha spiegato le sue ragioni: i Democratici hanno infatti affidato a Roger De Menech, segretario regionale veneto, il compito di commentare quanto accaduto a Ca' Farsetti: “In un confronto con la segreteria nazionale del partito, alla presenza anche del segretario Matteo Renzi, venerdì mattina abbiamo preso atto che la situazione, a Venezia, era così deteriorata che non era possibile fare un passo avanti. La nostra posizione – specifica comunque De Menech, sottolineando la necessità della massima trasparenza - non è contro le persone, ma sui metodi della politica”. Una replica che pare andare direttamente contro alle dichiarazioni di Orsoni, che nelle ore passate aveva puntato il dito contro il Pd sostenendo che i finanziamenti illeciti sarebbero stati voluti proprio da chi organizzava la sua campagna elettorale. Anche l'europarlamentare del Pd Alessandra Moretti plaude alla scelta del sindaco lagunare di farsi da parte: “Il passo indietro di Orsoni è un importante segnale di chiarezza e di opportunità politica: bene ha fatto il sindaco a rassegnare le sue dimissioni, è alla città di Venezia che dobbiamo pensare in questo momento. L'amministrazione deve essere messa subito nelle condizioni di proseguire con efficacia il suo lavoro anche per il recupero di quella grande opera che è il Mose: sarebbe impensabile che una tale struttura di eccezionale importanza ingegneristica fosse bloccata quando è giunta all'80% della sua costruzione”, conclude Moretti.

ORSONI TORNA, LE REAZIONI DELLA POLITICA

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LE ALTRE DICHIARAZIONI – Più netta la riflessione del segretario federale della lega Nord, Matteo Salvini, che affida a facebook i suoi commenti finali sulla vicenda: “Il sindaco di Venezia che non voleva dimettersi, si è dimesso – scrive sul social network il leader del Carroccio - Meglio tardi che mai. E ora la missione è liberare Venezia dal malaffare e dal regime sinistro". Più tradizionali invece i metodi di Pier Paolo Baretta, veneziano e sottosegretario all'economia, che ha risposto alle domande dei cronisti di Antenna Tre parlando della necessità di una svolta importante: “C'era bisogno di una chiarezza complessiva. Non si sono realizzate le condizioni necessarie per cambiare pagina”.

GRANA CITTA' METROPOLITANA - "Come Upi Veneto (l'Unione delle Province), abbiamo subito inviato un telegramma ai ministri dell'Interno e degli Affari regionali chiedendo un incontro urgentissimo per capire come muoverci - sottolinea Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso - Serve un decreto ad hoc per prorogare i tempi, dall'1 gennaio almeno a giugno 2015, dell'istituzione della città metropolitana. E inoltre servono elezioni straordinarie, in una tornata elettorale autunnale altrimenti si rischia la paralisi del territorio". Anche perché, ricorda Muraro, "Venezia non ha ancora approvato il bilancio" e senza tale via libera si rischia "un blocco generalizzato".

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