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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Impegno «alternativo» per il governo della città, nuovo documento a sinistra

Articolo Uno, Possibile, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Verdi tra i firmatari. «Non scelte calate dall’alto ma controllo e governo dal basso dell’amministrazione comunale»

«Un progetto alternativo per il governo della città», è quello diffuso e condiviso da cittadine e cittadini provenienti da esperienze politiche, culturali e associative, legate ai mondi dell’ambientalismo e della sinistra», che sarà presentato anche a Venezia, dopo Mestre, mercoledì sera in Scoleta dei Calegheri a San Tomà. Ci sono formazioni politiche come Articolo Uno, Possibile, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Verdi tra i firmatari, ma anche realtà civiche, e c'è l'apertura a nuove adesioni, al fine di dare forma a un sistema che di fatto si contrappone alle politiche dell'amministrazione attuale. «Partecipiamo alle iniziative promosse da Un’Altra Città Possibile, Quartieri In Movimento e altri, per costruire, a misura della specificità di Venezia, un governo dal basso - si legge -. No alle grandi navi in tutta la laguna di Venezia, no alla monocoltura del turismo. Mestre ha una sua storia antica che merita di essere restituita alla memoria dei suoi abitanti. Per Marghera può rivivere l’idea della “città giardino”, e per tutta Mestre la tutela attraverso il completamento dai progetti dei parchi urbani (San Giuliano, Bissuola, Marzenego e altri) e del Bosco di Mestre».

Welfare

«Va recuperato - si legge nel documento diffuso - il ruolo strategico del welfare urbano a partire dalle condizioni di fragilità, dai temi della residenzialità, della ricostruzione di una comunità educante per i giovani, dell’integrazione socio-sanitaria. Venezia è stata in passato modello in Italia per la sua capacità di adeguare i servizi ai bisogni, di costruire reti di prossimità. Questo modello va ripreso».

Politiche educative

«Costruzione di progetti di coinvolgimento e integrazione tra famiglie, scuola, territorio che mettano i giovani al centro», ma serve anche impegno per gli asili, i servizi all'infanzia «trascurati da questa amministrazione», spazi pubblici di gioco e politiche di contrasto all'invecchiamento della popolazione, partendo dalla residenzialità e «reti di cittadinanza che solo il decentramento amministrativo possono offrire, con la restituzione delle deleghe alle Municipalità».

Lavoro e mestieri 

Artigianato, tradizione e anche innovazione, le parole chiave sul lavoro nel documento, anche in questo caso impedendo alla monocoltura turistica di fagocitare il mercato, incentivando le botteghe di vicinato. «L’Arsenale può svolgere un ruolo centrale nel rilancio delle attività produttive legate alla cantieristica minore e all’artigianato. Può diventare centro internazionale di documentazione ed esposizione, ricerca e sperimentazione su nuovi materiali e tecniche di costruzione per realizzare imbarcazioni capaci di ridurre l’inquinamento, il moto ondoso e l’erosione dei fondali». Citata la lotta al lavoro nero, all’evasione fiscale e contributiva, e alle forme di contratto precarie.

Porto Marghera

Produzione e tutela dell'ambiente a Porto Marghera, la strada indicata dalle formazioni de Il nostro impegno per la città, come «miglior antidoto a intenti speculativi sulle aree verso destinazioni che non siano quelle compatibili con il tessuto industriale. Chi amministra la città non può avere anche solo l’ombra di un conflitto di interessi». Vanno risolti i nodi delle bonifiche, degli scarichi industriali in acque lagunari, «accelerando sulla Zona Economica Speciale o Zona Logistica Speciale. Il porto commerciale, che movimenta oltre 25 milioni di tonnellate di merci, richiede con urgenza un nuovo piano regolatore portuale che garantisca la sua accessibilità, gli escavi di manutenzione dei canali e dei bacini di evoluzione, il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e stradali». 

Terraferma 

«Mestre rappresenta il baricentro dell’area metropolitana. Le sue attività economiche hanno necessità di innovazione e di reti di comunicazione: Mestre deve liberarsi dal ruolo subalterno al sacco alberghiero (funzionale a una offerta low-cost per escursionisti interessati soltanto ad arrivare in Piazza San Marco) e alla concorrenza autodistruttiva tra centri commerciali. È indispensabile far valere la priorità dell'interesse pubblico, di fronte ai progetti in discussione per l'area della stazione ferroviaria e del complesso dell'ex ospedale Umberto I». Mentre riguardo ai flussi, occorre una «radicale inversione di rotta rispetto all’attuale crescita quantitativa delle presenze turistiche. Definendo la soglia di carico e puntando a una riduzione del numero complessivo dei visitatori».

Trasporti e grandi opere

Sui trasporti si parte dalla necessità di «decongestionare piazzale Roma. Dovrà essere ripensata l'organizzazione (e il numero) delle aziende partecipate, evitando il continuo rimescolamento delle nomine e garantendo solo incarichi non oltre i due mandati». Mentre per il Mose «non è accettabile - conclude la nuova formazione - che a fronte delle pesanti criticità emerse, sia stato emanato un nuovo bando per la “ricerca, sviluppo e fabbricazione dei gruppi cerniere-connettore delle paratoie alle bocche di porto di Malamocco, Chioggia, San Nicolò e Treporti”, con un tempo previsto per l’esecuzione dei lavori di 3650 giorni. Se il sistema delle dighe mobili è in queste condizioni, prima di programmare altri 10 anni, per portarlo a regime, è bene sospendere subito i lavori e affidare a tecnici indipendenti un’approfondita verifica - infine per le grandi navi - bloccare subito il transito nel Bacino di San Marco e nel canale della Giudecca delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori a 40.000 tonnellate di stazza lorda».

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