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Pellicani scioglie tutti i dubbi, ufficiale: "Mi candido alle primarie"

L'annuncio nel tardo pomeriggio di martedì: "La città chiede rinnovamento, il Pd? Scelta coraggiosa". Sfiderà Casson e Molina

"Ho deciso di candidarmi alle primarie che decideranno il candidato sindaco di Venezia per il centrosinistra". A dichiararlo nel tardo pomeriggio di martedì ("dopo un lungo percorso di ascolto della città che ho condotto negli ultimi mesi") è il giornalista Nicola Pellicani, che quindi sfiderà gli altri candidati alle primarie l'onorevole Felice Casson, il renziano Jacopo Molina e il libraio indipendente Giovanni Pelizzato. A loro potrebbe aggiungersi il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Sebastiano Bonzio, se deciderà di essere la partita e non appoggiare Felice Casson. Chi invece ha optato in corsa di chiamarsi fuori dalla disputa sono stati gli ex membri della Giunta Orsoni Sandro Simionato e Sandro Ferrazzi.

Nicola Pellicani, figlio dell'ex vicesindaco e parlamentare Gianni, presidente della fondazione intitolata al padre, si intende presentare come un elemento di rinnovamento. Come un "esterno" chiamato alla politica: "Questa è una città chiamata a una stagione di cambiamenti, per superare la crisi attuale e scrivere una pagina nuova della propria storia - dichiara -  Le difficoltà sono molte, a partire dal quadro finanziario insostenibile determinato dallo sforamento del Patto di Stabilità: sarà impossibile qualsiasi politica di rilancio se non si riusciranno a rinegoziare i criteri generali che regolano il Patto. In questo quadro va poi rivendicata la specificità di Venezia, perché chiunque sarà il prossimo sindaco, se non verrà sciolto questo nodo, non riuscirà a governare e sarà impossibile aprire quella nuova, necessaria stagione".

Le voci di una candidatura di Pellicani si rincorrevano da mesi, già da settembre. Lunedì, poi, l'incontro con gli esponenti del Partito Demcratico che ha sbloccato la situazione, nonostante alcuni mal di pancia dei circoli soprattutto del centro storico: "Nella nostra società il ruolo dei partiti è indispensabile per costruire un progetto pienamente democratico e partecipato - spiega - Il Pd, nella sua maggioranza, ha deciso di sostenere la mia candidatura compiendo una scelta generosa e coraggiosa, investendo su una candidatura esterna ai partiti, su una persona che per la prima volta si affaccia alla politica attiva. Si può così avviare un reale processo di rinnovamento della classe dirigente".

Ma al di là degli equilibri di partito e delle schermaglie tra candidati, c'è una città che chiede che le sue ferite vengano rimarginate. Con le sue contraddizioni e le sue peculiarità: "Credo di conoscere a fondo i suoi problemi, nella quale ho sempre vissuto e di cui ho seguito da vicino i problemi almeno negli ultimi venticinque anni attraverso la mia professione di giornalista mentre da quasi dieci anni, attraverso la Fondazione Pellicani, sono impegnato in un lavoro rigoroso di ricerca sui problemi di Venezia e della sua area metropolitana con studi, analisi e iniziative che offrono spunti di dibattito e di riflessione". Priorità "promuovere un rinnovamento radicale, mettendo mano a un progetto che rigeneri la città, in primis sul fronte dell’economia e del lavoro, nel segno della sostenibilità, della sicurezza, della legalità e della trasparenza. Il prossimo sindaco, inoltre, sarà il primo sindaco metropolitano e anche la nascita di questa istituzione va colta come una grande opportunità".

Gli attacchi arrivano subito: "Le scelte devono essere fatte dai veneziani - dichiara il candidato "renziano" Jacopo Molina - Qualche satrapo del Partito Democratico locale con la regia di Massimo Cacciari ha cercato di accaparrarsi l'investitura della segreteria nazionale sull'ultimo pupillo del sindaco-ombra. La solita vecchia politica, che combatto a testa alta. Niente di più falso: ne ho avuto conferma ieri dal vicesegretario nazionale Guerini. Queste primarie sono finalmente aperte e contendibili: vedremo se i cittadini sceglieranno la continuità o il cambiamento".

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