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Venerdì, 29 Marzo 2024
Referendum Venezia-Mestre

Referendum primo dicembre, la distribuzione dei voti

Zone e Municipalità: la mappa dell'affluenza e dei Sì alla separazione in due Comuni: Venezia e Mestre. Si reca alle urne un quinto degli aventi diritto

Hanno votato in 44.888 al referendum di separazione in due Comuni, Venezia e Mestre, domenica primo dicembre. Gli iscritti alle liste elettorali del Comune sono 206 mila e 553. In laguna gli aventi diritto sono 72.000: Venezia, Lido Pellestrina, Murano e Burano. In terraferma sono 134 mila: Mestre, Chirignago, Marghera, Zelarino e Favaro Veneto. L'affluenza si è fermata poco sotto il 22%. Si è espresso un quinto degli elettori che, in generale, al 66%, ha detto Sì alla separazione: 29.477 elettori per il Sì e 15.109 per il No su 44.586 voti validi.

Zone e Municipalità

A Venezia, centro storico, hanno votato Sì in 12.949 su 15.516 votazioni valide. A Lido e Pellestrina (estuario), su 6.731 voti validi hanno detto Sì, alla separazione, in 5.771. In terraferma, dei 22.339 voti validi, quelli per il Sì sono stati 11.582. Gli altri 10.757 erano per il No. Andando nel dettaglio delle Municipalità, a Venezia-Murano-Burano i voti validi totali sono stati 17.062, di cui 14.245 per il Sì. In terraferma, nella Municipalità di Favaro, i voti validi sono 2.909; 1.574 per il Sì. Mestre-Carpenedo: 12.035 voti validi, di cui 6.169 per il Sì e 5.866 per il No. Chirignago-Zelarino: 4.889 voti di cui 2.548 per il Sì, e a Marghera su 2.506 hanno espresso voto a favore in 1.594.

Affluenza

A Venezia centro storico l'affluenza è arrivata al 32,64%, dove in terraferma si è fermata alla metà: 16,35% In basso la tabella dell'affluenza per Municipalità:

Affluenza - Dettaglio per Zone e Municipalità

ZONA ISCRITTI VOTANTI % AFFLUENZA
Venezia Centro Storico 47.824 15.614 32,64%
Venezia Estuario 24.223 6.768 27,94%
Venezia Terraferma 134.506 21.993 16,35%
MUNICIPALITA ' ISCRITTI VOTANTI % AFFLUENZA
Municipalita' di Venezia-Murano-Burano 54.561 17.177 31,48%
Municipalita' di Lido-Pellestrina 17.486 5.205 29,76%
Municipalita' di Favaro Veneto 18.981 2.932 15,44%
Municipalita' di Mestre-Carpenedo 65.793 11.725 17,82%
Municipalita' di Chirignago-Zelarino 30.187 4.806 15,92%
Municipalita' di Marghera 19.545 2.530 12,94%

«Lo avevamo pronosticato da tempo - scrive Giorgio Rocelli, presidente del comitato del quartiere Pertini di Mestre -. Deserto alle urne. Ora, dopo aver buttato una milionata dalla finestra, a chi dobbiamo chiedere i danni? Quei soldi dovevano servire al recupero di immobili (case) per la povera gente».

«Da questa ennesima consultazione referendaria emerge un esito nettissimo e senza appello: la stragrande maggioranza dei cittadini di Venezia e di Mestre non ne vuole sapere di spaccature, ma chiede piuttosto cambiamenti e miglioramenti attraverso azioni amministrative più incisive - commenta il sottosegretario del Pd Andrea Martella -. Adesso bisogna insistere e lavorare per far diventare il Comune di Venezia unito come territorio capofila del Nordest, attraverso una Città Metropolitana forte e non dormiente come purtroppo sta accadendo in questi anni. Ai cittadini che si sono espressi per la separazione - conclude Martella - va data comunque una risposta e con loro va avviato un dialogo lontano dai toni eccessivi di queste settimane».

«Era importante la questione referendaria, ma i cittadini hanno dei bisogni primari che non vedono risolti: la casa, il lavoro, la qualità della vita, la salubrità dell'ambiente, quei temi su cui sempre ci siamo battuti e che dimostrano di essere quelli su cui occorre continuare a battersi - scrive il presidente della Municipalità di Venezia, Murano e Burano, Andrea Martini -. Sono i temi legati alla vita di tutti i giorni, quei temi che la gestione Brugnaro ha nascosto o ha acuito». 

«Si deve tenere conto dei 30.000 cittadini che si sono espressi a favore - scrivono il segretario comunale e quello metropolitano del Pd, Giorgio Dodi e Valerio Favaron - . L'analisi dei sostenitori del Sì ha individuato una serie di problemi reali: lo spopolamento della città storica, la necessità di governare un turismo che sta mettendo in ginocchio le capacità della città d’acqua di mantenere il suo tessuto sociale, economico e culturale e in terraferma impone grandi trasformazioni urbane, purtroppo non governate, e uno strisciante spostamento dalla cultura del lavoro alla cultura della rendita, con la mancanza di investimenti in residenzialità e welfare. La condizione indispensabile è quella di sconfiggere alle prossime elezioni
comunali l'attualde Amministrazione che, nonostante i fondi a disposizione, governa male la città».

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