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La sfida degli omosex a Brugnaro: "Allora il Gay Pride sarà a Venezia"

Il sindaco di Venezia: "E' una buffonata, il massimo del kitsch". Parole cui il mondo Lgbt risponde con l'idea di un corteo nazionale in città

Era prevedibile che le parole del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro a Repubblica scatenassero una ridda di reazioni polemiche nel mondo che guarda ai diritti Lgbte. Il primo cittadino lagunare, infatti, ha dichiarato che il Gay Pride "è una buffonata, il massimo del kitsch. Vadano a farla a Milano". Una presa di posizione che fa il paio con la decisione di ritirare i libri "gender" dalle scuole e con la polemica a distanza con Elton John, definito sempre nella stessa intervista di Repubblica "un arrogante che da tre anni non mette piede a Venezia. Se permette, ai nostri figli ci pensano i genitori. La famiglia con due donne e il bambinetto è innaturale". 

L'INTERVISTA DI BRUGNARO, ATTACCO ANCHE AI "SOLONI"

Il cantante in precedenza l'aveva definito "bigotto e bifolco", parole cui era seguita una polemica a colpi di tweet. Non si è fatta attendere la risposta del mondo omosessuale, con il portavoce dell'associazione Gay Center, Fabrizio Marrazzo, che in una nota lancia la sfida al primo cittadino: "Il Pride del 2016 - rileva Marrazzo - non può che tenersi a Venezia. Brugnaro ne vuole fare il simbolo delle città off limits per i diritti civili lgbt. Serve una risposta. Non si può accettare una così evidente discriminazione. Tutti a Venezia per un Pride nazionale che affermi visibilità e diritti". Di più. Il guanto di sfida è lanciato chiamando in causa anche il Baronetto: "Elton John potrebbe aprire il corteo", è l'auspicio di Marrazzo. Se la "parade" attraverserà le calli del centro storico lo si vedrà tra qualche tempo. A nulla sono servite le puntualizzazioni del sindaco su Repubblica: "Non sono omofobo - ha spiegato - ho amici gay".

BRUGNARO A FAVORE DI RENZI: "SPERO RIESCA"

LA REPLICA DI ARCIGAY VENETO - "Non è certo il Pride dello scorso anno ad aver messo in imbarazzo Venezia, ma semmai è la volgarità del sindaco Brugnaro a far vergognare la città  di fronte a tutto il mondo": a dirlo, in una nota, esponenti di associazioni dell'Arcigay Veneto, indicando che la sede del Pride non la decide il primo cittadino. "Arcigay e le associazioni Lgbt del Veneto - è detto ancora - non si faranno certo intimidire, e la città di Venezia non si farà intimidire: il Pride è il presidio dei diritti e della libertà di tutti. Brugnaro - rilevano i firmatari della nota - è un vandalo della democrazia che mostra di non conoscere e di non rispettare Venezia e di non interessarsi ai problemi reali della città che non sono certo la presenza del Pride in città. Nel 2014 Venezia ha già ospitato un Pride, per mesi le tematiche Lgbt sono state al centro del dibattito cittadino e sono state organizzate decine di eventi pubblici che la città ha vissuto con gioia e partecipazione. Forse il Pride ha più cittadinanza a Venezia che altrove, l'unica cosa di cui la città non può essere orgogliosa è il suo sindaco, Brugnaro se ne faccia una ragione".

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