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Faccia a faccia tra Vallotto e Brugnaro. Il sindaco: "Averne di alleati come la Lega"

Diversi i nodi da risolvere durante la riunione di mercoledì tra segretario provinciale del Carroccio e il primo cittadino. Il primo non commenta, il secondo invece si mostra ottimista

"Averne di alleati così disciplinati". Il sindaco Luigi Brugnaro di fronte ai mal di pancia della Lega Nord si mostra sicuro che a Venezia non ci saranno scossoni, dopo le dimissioni dell'ormai ex primo cittadino di Padova, Massimo Bitonci. Mercoledì mattina il faccia a faccia del primo cittadino con il segretario provinciale del Carroccio, Sergio Vallotto. Se il primo ha parlato davanti alle telecamere, il secondo ha preferito, almeno fino alle 18, non commentare. Di temi sul tavolo ce n'erano molti: dalla posizione presa da Brugnaro sui due referendum (quello sulla riforma costituzionale e quello sulla separazione tra Venezia e Mestre), al nuovo assessore al Commercio, che dovrà essere in quota Lega. Sempre che non si decida di ridefinire le deleghe assegnando un assessorato di minor peso al partito di Salvini.

E' stato lo stesso segretario nazionale a paventare un'uscita del Carroccio dalla giunta che governa Venezia. Un giudizio legato alla decisione di Brugnaro di votare sì alla consultazione referendaria del 4 dicembre. "Noi non abbiamo problemi in giunta - ha spiegato mercoledì il titolare di Ca' Farsetti - Sul nuovo assessore serve un po' di pazienza. Devo dire che la Lega non è per niente impaziente. Sono fiducioso che non ci sia sul loro tavolo l'opzione di un'uscita. La politica delle sedie non mi appartiene. Qui serve solo umiltà e gente di buona umiltà, perché ci hanno consegnato una città distrutta. C'è poco da puntare ai ruoli".

Sul rapporto con la Lega, però, qualche frizione c'è da tempo. Sia a livello nazionale, sia locale: "A me Salvini piace - risponde Brugnaro - Chiunque ha le sue idee e le difende va bene. Io però penso che dovremmo fare una coalizione la più allargata possibile a livello nazionale. Nessuno ha la verità in tasca. Dobbiamo puntare su sicurezza, pulizia, lavoro per rilanciare il Paese. Io dico sì al referendum perché bisogna iniziare a cambiare le cose. Non è completa, certo, ma altrimenti tra 10 anni siamo ancora qua. Dobbiamo iniziare a fare qualcosa. Con la Lega - conclude - non possiamo essere d'accordo su tutto. Altrimenti saremmo tutti uguali". 
 

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