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Cacciari appoggia Pellicani: "Il passato lo rivendico, non si parli di disonestà. Se lo rimangino" VIDEO

L'ex sindaco attacca "l'ansia rottamatrice delle Primarie": "Per amministrare serve competenza. Non trattate i cittadini come deficienti"

"Ma cosa volete rinnovare. Cos'è questa ansia da innovatori. Qui hanno sempre amministrato gli onesti, con il singolo gravissimo caso dell'ex sindaco Giorgio Orsoni, che ha  messo in difficoltà l'intera coalizione". A parlare è un altro ex primo cittadino, Massimo Cacciari, che ha deciso di dire la sua pubblicamente per contrastare anche una certa "ansia di rottamazione" che avrebbe pervaso la campagna elettorale per le primarie del centro-sinistra. L'appoggio di Cacciari, com'era prevedibile, va a Nicola Pellicani (che alle sue spalle da "esterno" alla politica ha anche il Partito Democratico), l'unica persona secondo il filosofo che potrà "garantire la cultura politica che ha gestito la città negli ultimi trent'anni".

Per gli altri due candidati dell'area di centro-sinistra sono solo attacchi: "Molina? Non so chi sia", ha affermato Cacciari, che ha concentrato le proprie attenzioni soprattutto su Felice Casson: "Rappresenta il nuovo? Rappresenta ciò che dice? Io non credo - ha dichiarato - Non c'è nessuna novità generazionale in ciò che presenta. Se una città ha avuto la stessa guida politica per trent'anni vuol dire che crede in una certa visione delle cose. La invito a non cambiare proprio ora, altrimenti non ci saranno più soldi nemmeno per pulire i pavimenti".

Arriva un attacco alla "retorica dei giovani e della rottamazione" che Cacciari ha visto pervadere tutti i tre candidati alla Primarie, compreso Pellicani: "Basta con questa retorica. Non scherziamo. Cos'è questa ansia da rinnovatori, per amministrare serve anche la competenza. Soprattutto in un periodo come questo - continua Cacciari - Pellicani è uno che ha studiato i grandi temi della città. E' uno che "sa". Facciamo ragionare i cittadini, non trattiamoli come dei deficienti". L'ex sindaco ha quindi difeso ciò che di buono il centro-sinistra ha combinato negli ultimi vent'anni, visto che "è risibile il fatto che la coalizione non rivendichi ciò che è stato fatto. Allora perché dovrebbe essere votata?", si chiede retoricamente il filosofo. "E' una scelta autolesionista - sottolinea - Mi stupisco che i tre candidati non lo facciano". Dopodiché segue l'elenco dei "successi" delle sue amministrazioni: il parco di San Giuliano, il Vega ("dove c'era un dopolavoro usato una volta a settimana per dei balli"), il welfare.

"Non è che ora stanno arrivando gli onesti - rincara - Se c'è chi ha denunciato l'iniquità in grembo a questa città sono io. Il Consiglio comunale con le mie Giunte ha approvato diverse volte e a stragrande maggioranza documenti sottolineando il pericolo delle modalità di gestione del Mose. Carta canta. Ma ora non si parla più di quello che hanno combinato Chisso e di Galan, è masochista. Poi chi parla di titoli di coda per disonesti e incapaci (intendendo le passate Giunte di centro-sinistra, ndr) se lo deve rimangiare tutto". Oltre al passato, però, c'è un futuro tutto da scrivere per il Comune di Venezia, alle prese con gravi problemi finanziari: "Lo sviluppo della città l'abbiamo iniziato a scrivere negli anni Novanta - rivendica Cacciari - ora serve continuità su quelle linee già scritte. Serve armonizzare lo sviluppo con i bisogni di salvaguardia monumentale. Ma non ci si illuda che da Roma arrivino ancora soldi. La strada è lo sviluppo in tutti i settori economici, rendendo competitive sul mercato anche le partecipate del Comune, liberandole da lacci e lacciuoli. Noi abbiamo pensato a una città solidale, che deve investire in tutte le possibilità di sviluppo, dal manifatturiero al terziario. Se il Comune non sarà capace di attrarre investimenti, non ce ne sarà più per nessuno".

In questi vent'anni, poi, c'è anche il capitolo rimpianti. Primo tra tutti la mancata vendita del Casinò, che ora pesa come un macigno sugli introiti di Ca' Farsetti: "All'inizio del secondo mio mandato avrei dovuto barricarmi in Consiglio e andare fino in fondo - commenta - è stato un errore. Ora però la città deve imparare a camminare sulle proprie gambe, servirà un patto nazionale per far sì che Marghera possa attrarre ancora investimenti. Non servono bufale come la torre di 'Pierre Cardin'. E c'è bisogno di una legge speciale moderna, in grado di definire una volta per tutte la specificità di Venezia". Intanto, però il panorama è molto ristretto. Ci sono le Primarie il prossimo weekend e le Amministrative a maggio: "Se il candidato sarà Pellicani sono sicuro che vincerà al primo turno - afferma l'ex sindaco - poi bisognerà vedere se il centrodestra vorrà partecipare per esserci o per vincere.  Se troveranno una candidatura forte e unitaria potrà diventare pericoloso. Ma la città - conclude - deve continuare a guardare al centrosinistra".

SULLE REGIONALI: "SE IL CENTRODESTRA SI SPACCA LA MORETTI VINCE'"

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